giovedì 14 gennaio 2016

Se la Macchina si ferma

Il Falcon 9 di SpaceX atterrato dopo la missione del 21 Dicembre 2015
Anche a me è arrivato il tweet di Elon Musk del 2 Gennaio: “Worth reading The Machine Stops, an old story by E. M. Forster …” L’ho trovato online e l’ho letto, The Machine Stops. E’ un racconto scritto nel 1910 che si pone il problema della perdita di controllo, da parte dell’umanità, di una macchina complessa e onnicomprensiva che avvolge l’intera società e si fa carico del sostentamento di ogni singolo individuo. Aria, cibo, abitazione, trasporti, comunicazioni e ogni dettaglio della vita personale e collettiva sono forniti dalla macchina. Dalla nascita all’eutanasia! La macchina si preoccupa di selezionare, alla nascita, i bambini non troppo forti (immagino anche non troppo intelligenti). Tutto procede per generazioni finché qualche cosa, nella macchina, comincia a corrompersi perché sfugge al sistema automatico di manutenzione. Qualcuno propone di sottoporre a manutenzione il sistema di manutenzione stesso ma, ovviamente, la macchina non può farlo e l’umanità non ha più nozione di come la macchina funzioni. Alla fine, col collasso della macchina, tutta l’umanità soccombe fatti salvi i pochi che, in gran segreto, si erano da tempo insediati nel mondo esterno e avevano recuperato l’antico vigore. Anche l’antica intelligenza necessaria per un muovo inizio.
Il procedimento di terraforming di Marte secondo Elon Musk
Proprio Elon Musk, pochi giorni dopo aver fatto rientrare intatto, con un atterraggio verticale, il suo lanciatore Falcon 9 (compiuta la missione del lancio di undici satelliti per conto di OrbComm), sente l’esigenza di darci il buon anno con questo invito alla riflessione. Sulla pagina Twitter di SpaceX continua a campeggiare l’immagine della quattro fasi della terra-formazione di Marte, quasi a sottolineare che la Macchina di Foster è indispensabile per i suoi e i nostri progetti di futuro. Con un altro tweet annuncia l’uscita della Tesla Summon 7.1 dalla sua avveniristica industria di auto elettriche: il nuovo software, i nuovi sensori di prossimità e l’autoguida con Google Maps consentiranno di chiamare l’auto che si metterà in moto, uscirà dal garage e raggiungerà il proprietario, climatizzatore acceso e musica preferita. Potrà anche tornare indietro, aprire il garage, entrare, spegnersi e chiudesi la porta dietro le spalle. E’ di oggi la notizia che Barack Obama è intenzionato a promulgare velocemente l’integrazione del codice della strada per l’utilizzo dell’autopilota nelle automobili, convinto che l’innovazione farà quasi cessare gli incidenti stradali dovuti alla distrazione del guidatore, che sono la maggioranza. Immagino grandi lavori anche nella rete stradale per le corsie preferenziali destinate alla guida automatica. Corsie che saranno presto popolate di veicoli ordinatissimi, silenziosissimi, ligi alle regole, in parte popolate di passeggeri liberi di usare il telefonino e navigare in internet. Altri saranno senza passeggeri, torneranno al garage dopo aver portato il proprietario a destinazione o lo andranno a prendere ubbidienti alla chiamata. Altri ancora si occuperanno della consegna automatica di pacchi a domicilio, della raccolta dell’immondizia porta a porta. Altri faranno il servizio di taxi senza taxista.
Un disegno di come potrebbe essere l'Hyperloop
Se il sistema dovesse funzionare, molto presto l’auto privata sarà il lusso che si permetteranno i ricconi mentre la maggioranza userà le auto pubbliche, perfettamente integrate con la rete dei trasporti metropolitani, ferroviari, aerei, navali. Il servizio sarà molto economico, attivo 24 ore su 24, perché senza pilota umano. L’ultima trovata di Elon Musk, per rimanere nell’ambito dei trasporti, si chiama Hyperloop. E’ un tunnel dove capsule pressurizzate per passeggeri e merci, a sospensione magnetica, viaggeranno a velocità supersonica in ridottissimo attrito. L’atmosfera all’interno del tunnel sarà rarefatta e la colonna d’aria si muoverà alla velocità delle capsule. Ovviamente le stazioni d’ingresso e d’uscita dovranno essere ad intervalli di centinaia di chilometri e il sistema di scambi sarà estremamente sofisticato per non rallentare il flusso principale. Per il progetto è stata lanciata una gara fra le università a cui hanno aderito settecento gruppi da tutto il mondo sottoponendo un preliminare. Dall’Italia partecipa un gruppo di studenti dell’università di Pisa. Il 29 e 30 gennaio, alla Texas A&M University, ci sarà un primo incontro di selezione delle idee sotto la supervisione di SpaceX, la società aerospaziale protagonista del rientro con atterraggio verticale del vettore Falcon 9. Che sia una cosa seria lo dimostrano le sue cinquanta commesse, per un importo di sette miliardi di dollari, di lancio di satelliti artificiali di società pubbliche e private su scala planetaria.
Elon Musk, CEO di SpaceX, Tesla Motors, Solar City. Fondatore di PayPal
Perché allora Elon Musk, così brillante nelle innovazioni basate sull’intelligenza artificiale, è preoccupato dei pericoli tanto da far riflettere, a capodanno, i suoi milioni di ammiratori (3,2 solo su twitter) con The Machine Stops? E’ forse la preoccupazione che, se tutto diventa automatico, per noi umani non ci sarà più spazio? Non penso proprio anche perché, con l’automazione, aumenta la progettazione e la facilità di realizzare nuovi progetti. Poi, connaturata con il ruolo dell’uomo nella nuova società delle macchine è la manutenzione evolutiva dei sistemi, il monitoraggio che tutto funzioni secondo il progetto, l’intuizione di migliorie derivabili solamente con la profonda conoscenza dei sistemi esistenti. La Macchina di Foster si ferma perché gli errori accumulati durante il suo funzionamento non vengono corretti e la pigrizia umana, oltre a dimenticare come funziona, si adagia nell’adorazione della Macchina come se fosse Dio. Elon Musk ci rammenta che Dio siamo noi (per i cristiani creati a Sua immagine). Che cultura vuol dire innovazione, sperimentazione, esplorazione e anche rischio. Che qualsiasi cosa, costruita da noi, dalle nostre macchine o appartenente al mondo della natura è imperfetta e quindi perfettibile. Che qualsiasi innovazione perirà se non avrà memoria del passato o lo vorrà cancellare non ritenendolo degno. La Macchina di Foster si ferma perché non è possibile che un sistema automatico di manutenzione ripari anche se stesso. Potrà essere riparato solo attraverso l’integrazione con chi l’ha progettato. Ci dice che l’intelligenza artificiale sarà una reale evoluzione dell’intelligenza nei secoli e millenni a venire solo se sarà progettata per valorizzare il suo creatore, intendendo per esso noi umani, i nostri simili più deboli, per sopperire alle debolezze, compresi gli animali e la biodiversità che ci circonda. A queste condizioni ci sarà futuro, esplorazione e conoscenza. Le semplificazioni genereranno errori che bloccheranno la Macchia trasformandola in una entità logica autoreferenziale, incapace di conoscere e di conoscersi, quindi di sopravvivere. Con la Macchina perirà anche la società umana. I pochi sopravvissuti, se ci saranno, avranno facoltà di tentare un nuovo inizio. 160114 Daniele Leoni

Il link al racconto The Machine Stops