sabato 20 aprile 2013

Verdi, Paganini e Anna Maria Cancellieri.

Anna Maria Cancellieri, candidata Presidente della Repubblica
“Ti ricordi, Valerio, quanto io fossi contrariato dalla vicenda di Flavio Delbono? Sono contento che oggi lui abbia ritrovato la sua strada all'università nonostante l'accanimento squallido dei suoi "compagni", fossero essi politici, manager o magistrati. Che storia vergognosa! Ti ricordi che arrivò una signora, tal Anna Maria Cancellieri, a salvare Bologna a cui era stata strappata una guida brillante con un metodo degno di Savonarola? Ecco, mi auguro che quella signora venga eletta Presidente della Repubblica. E che Bologna possa insegnare una volta ancora!”
Con queste parole ho risposto questa mattina a Valerio Tura, un mio caro amico di Bologna, manager internazionale del teatro lirico, comunista con cui ho uno scambio epistolare assiduo sulla politica. Ci scriviamo spesso usando facebook e skype. Lo stimo molto, Valerio, per la sua intelligenza, la curiosità e la sensibilità artistica. Ciò che però è fuori dalla mia comprensione e come egli possa essere nemico irriducibile di Silvio Berlusconi e di tutto ciò che rappresenta; come a suo tempo fu nemico di Bettino Craxi e dei craxiani. Valerio, fra l’altro, sessantenne come me, usa i social network senza farsi strumentalizzare. Li domina semplicemente, adoperandoli come potente mezzo di comunicazione. Non scappa, come all’alba dell’uomo i nostri avi non scapparono di fronte al fuoco. Come mezzo secolo fa le menti più brillanti moltiplicarono la potenza della penna con la stampa, Valerio si destreggia oggi col computer e con la rete in un approccio laico interrogandosi, non senza perplessità, sul futuro dei libri. Come dieci anni fa si interrogava sul futuro dei dischi di vinile. Come, un quarto di secolo fa osservava, con sguardo interrogativo, il mio armeggiare, al Teatro Comunale di Bologna, all’invenzione della biglietteria elettronica. Dopo la saggezza del dubbio, Valerio ha sempre scelto il nuovo. Lo ha fatto da manager pubblico, dal Teatro Comunale di Bologna al Teatro de la Monnaie di Bruxelles; lo ha fatto da imprenditore privato come manager degli artisti. Parla e scrive in diverse lingue, con la conseguenza di possedere un cervello rodato a schemi multiformi di grande flessibilità. Infine ama la musica che fra i linguaggi è quello più elevato, più vicino ai sentimenti. Scriveva Valerio questa mattina: “La fine del Partito democratico non è un giorno di festa, neanche per chi ha sempre ironizzato su quell’accozzaglia di accoltellatori narcisisti, tenuti insieme soltanto dal mastice del potere. Bello o brutto che fosse, ed era diventato particolarmente brutto, il Pd rappresentava l’ultimo partito. L’ultima struttura politica in grado di organizzare congressi e di eleggere un segretario, anziché un padrino o un padrone. Magari un segretario senza carisma e con uno staff mediocre. Ma pur sempre una leadership provvisoria e rovesciabile o, come va di moda dire adesso, contendibile. Pure troppo. Il Pd muore di troppe contese. Non si dissolve per mancanza di dialogo, ma per babelica sovrapposizione di voci. Alla sua caotica scomparsa fa da contraltare, in queste ore di conclave quirinalizio, la compattezza granitica dei movimenti personali. Non un grillino, un leghista o un berlusconiano hanno finora votato contro gli ordini dei rispettivi capi. E’ questo che vogliamo, in nome della rapidità e della coerenza delle decisioni? Le voci diverse, che negli esecrati partiti della Prima Repubblica raggiungevano in qualche modo l’armonia di un coro, devono lasciare il podio agli assolo dei tenori con claque al seguito?”
Io ho provato a rispondere così: “Perché l'orchestra trovi ispirazione ci vuole un direttore carismatico. Ogni musicista "sente" il direttore per empatia. La bacchetta è solo un simbolo: sono gli occhi, l'espressione del viso e i movimenti del corpo del direttore che si sintonizzano con ogni singolo orchestrale. Paganini non era Verdi eppure fu egualmente grande. Togliatti non era Berlusconi eppure fece tollerare Nilde Iotti dai comunisti bacchettoni e tutto il partito seguiva il suo capo. Berlusconi non potrebbe trovare il consenso se non vi fosse quell'empatia che lo lega ai suoi. Poi Berlusconi è anche imprenditore di eccezionale intelligenza come Verdi fu grandissimo compositore mentre Togliatti fu solo un grande leader politico come Paganini fu solo un eccezionale direttore d'orchestra.” Poi le considerazioni sulla vicenda emblematica delle ridicole accuse all’ex Sindaco di Bologna Flavio Delbono, brillante intellettuale, carismatico, con una naturale sana attrazione per le donne. Fuoco amico motivato solo da invidie di poveri pervertiti, che è costato a Bologna le dimissioni del suo Sindaco. Ma che ha fatto conoscere a Bologna e a tutti gli italiani il nostro futuro Capo dello Stato. Un anno di commissariamento del Comune di Anna Maria Cancellieri e Bologna è rinata, le rivalità e le guerre intestine si sono azzerate, la città si è preparata, con calma, a nuove elezioni e il professor
Matteo Renzi, il nostro futuro leader della sinistra.
Delbono è tornato a insegnare all’Università . Valerio però non ha assimilato le mie considerazioni e ha proseguito: “Con amarezza occorre dire che questa riflessione impietosa è probabilmente azzeccata (quella dei solisti, con claque al seguito, al posto del coro). Con una piccola aggiunta. La conta dei cadaveri non la fa Grillo da solo, quanto piuttosto insieme a Berlusconi... Presto o tardi il grillismo e il berlusconismo finiranno per convergere, o per venire a patti… E l’amarezza cresce osservando che la destra populista, alleata con il qualunquismo grillista, vincerà ergendosi lieta e festante sulle macerie dell’Italia. Le macerie della distruzione provocata da vent’anni di berlusconismo e da un anno e mezzo di fornerismo montista …”
Decisamente abbiamo bisogno di una donna, ancora migliore di Angela Merkel, come primo arbitro delle istituzioni italiane. Una donna che, in tempi di carestia, metta al lavoro i guerrieri perché coltivino i campi e allevino il bestiame. Una donna che però non dimentichi la necessità dei turni di guardia e delle armi, pronte all’uso, per difendere il villaggio in caso di attacco. Forse Matteo Renzi riuscirà, con l’aiuto di questa donna, a pacificare oltre che a rottamare. E a far rinascere l’economia , l’industria, le arti, le scienze e anche un forte Partito Democratico per garantire l’alternanza alla guida del Governo, come succede in occidente, senza traumi. Un Partito Democratico (Craxi e Saragat avrebbero detto Socialdemocratico) dove possa tornare un leader come Flavio Delbono e dove il malaffare, anche quello delle false tecnologie, dalla gestione dei rifiuti alle energie alternative, venga sistematicamente combattuto ed estirpato. Come vengano estirpate tutte le mafie, vecchie e nuove, comprese quelle che si stanno attrezzando ad addomesticare Internet ai loro scopi criminali. 130420 Daniele Leoni

Leggi anche: http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2012/22-settembre-2012/delbono-io-dilettante-sono-comportamenti-diffusi-2111926256839.shtml

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