martedì 18 febbraio 2014

Empatia

Matteo Renzi gioca con i figli e la moglie Agnese
Sarà per la parlata fiorentina, sarà perché guida la macchina facendo sedere chi lo accompagna al posto dell’ospite, sarà perché prende spesso il treno. In ogni modo Matteo Renzi mi ispira fiducia e simpatia. Qualche volta esprime opinioni che non sono esattamente coincidenti con le mie; in questo caso comincio a cercare i motivi ragionevoli di quell’opinione diversa e, nella peggiore delle ipotesi penso che, alla prova dei fatti, potrebbe cambiare idea. Sono in totale disaccordo con coloro che lo accusano di non essere coerente. Ho invece la sensazione che il suo sia il metodo sperimentale, quello della modernità, che prevede un controllo frequente della traiettoria che inevitabilmente dovrà essere corretta lungo il tragitto. Mi ricorda il metodo per lo sviluppo delle applicazioni informatiche che evita analisi di dettaglio troppo particolareggiate preferendo le correzioni in corso d’opera col contributo dell’utente pilota. E’ così che assume un’importanza straordinaria il metodo di lavoro, il rispetto delle regole di stile nella scrittura del codice e la leggibilità che favorisce le attività di una squadra di sviluppatori sul medesimo progetto. Me lo figuro, Matteo Renzi premier che, dopo una giornata di lavoro a Roma, prende il treno per Firenze. Che occupa un salottino della Freccia Rossa approfittando dell’ora e un po’ per rivedere gli appunti della giornata trascorsa e per organizzare la giornata successiva. Che torna da Agnese e dai figli appena può. Certo che la vita della sua famiglia sarà sconvolta dalla sua leadership di altissimo profilo, assediato dei media dell’intero pianeta. Penso: se fossi in lui prederei casa a Firenze vicino alla stazione. Ma forse lo obbligheranno a fare la spola fra Ciampino e Peretola con un jet di Stato e poi a trasferirsi a Pontassieve in macchina blindata. Tempo di percorrenza identico, identico salottino, ma fuori dalla portata dei malintenzionati. Sono sicuro però che, ogni tanto, il treno lo prenderà ugualmente, ogni tanto a caso, senza preavviso. Il treno per non rinunciare al contatto fisico con la gente comune. Con il programma preannunciato si farà tanti nemici nei salotti potenti delle caste. Riforme costituzionali, riforma del lavoro, riforma della pubblica amministrazione, riforma fiscale nei primi quattro mesi. Ognuna un colpo di piccone al malaffare, ai parassiti e alla burocrazia.
Il termo-valorizzatore di Bologna
Qualcuno potrebbe obiettare che Renzi si è fatto contagiare dalle bufale della green economy, come i tanti radical-chic italiani. Però alla prova dei fatti, per esempio sugli inceneritori, ha dichiarato con decisione che tutti i rifiuti non riciclabili vanno inceneriti con le tecniche avanzate e sicure adottate in nord Europa, riservando alla discarica solo gli inerti sterili. Dichiarazioni che hanno mandato in bestia i professionisti della sepoltura dei veleni che si trasformano in bombe a tempo nelle discariche della Campania e del meridione. Allora sono insorte le numerosissime e agguerrite ecomafie che, in tempi più recenti, hanno aggredito il business dell’energia eolica e del fotovoltaico selvaggio in terreni agricoli, normalmente cosparsi di diserbanti per evitare che le erbacce infestino i pannelli solari. E se sotto i pannelli solari vengono sepolti rifiuti tossici, nessuno se ne accorge. Diamo tempo al tempo, aspettiamo che tocchi con mano.
Un rendering del ponte di Messina
Non dispero che si renda conto presto dell’inconcepibile affossamento del progetto del ponte di Messina, nonostante la dichiarata disponibilità della Cina Popolare ad un’operazione di project financing, non solo sul ponte, ma sull’ammodernamento delle ferrovie e dei porti da Napoli a Taranto. Il motivo? La Cina cerca un’alternativa al porto di Rotterdam per le merci provenienti dalle sue imprese, impegnate nel colossale investimento cinese in Africa. La Sicilia, con i suoi porti, potrebbe diventare il punto di attracco delle navi, da cui i container sarebbero smistati per ferrovia verso le destinazioni in Europa e in Asia dove le merci dovranno essere distribuite. Perché allora il Governo Monti e il Ministro Passera hanno affossato il progetto che avrebbe potuto assegnare all’Italia il ruolo di nodo intermodale di uno dei più rilevanti flussi commerciali dell’economia globalizzata? Una possibile risposta è che l’economia sottosviluppata gestita delle mafie siciliane e calabresi sarebbe stata stravolta da un intervento internazionale di tanta rilevanza. Perché le preoccupazioni della mafia coincidevano con gli interessi degli olandesi e dei tedeschi decisi a salvaguardare il ruolo del porto di Rotterdam. Monti e Passera sono stati sordi e ciechi verso gli interessi italiani, soprattutto del sud, si sono fatti prendere in giro come scolaretti e, ubbidienti, hanno fatto i compiti a casa. Non dispero che Matteo Renzi se ne renda conto proprio perché è portatore di quella freschezza e di quella modernità che gli hanno conquistato tanta simpatia. Oggi assistiamo alle grandi manovre per influenzarlo. Primo manovratore Carlo Debenedetti, arcinemico dell’economia del fare! Una cosa è certa: a differenza dal passato avremo un premier dotato di una sana ambizione, di un grande dinamismo e assolutamente inadatto a fare il burattino. 140218 Daniele Leoni

4 commenti:

  1. Certo, riproviamo con Renzi, ma con Crocetta che e'contrario al Ponte come la mettiamo??

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  2. Dimenticavo, pure questo nuovo Sindaco di Messina e' contrario al Ponte, purtroppo...occorrera' combattere!

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  3. Bisognerebbe fare pressione su Alfano che é l'ago della bilancia di questo governo ed è quindi determinante, tra l'altro è anche siciliano, chissà se ha a cuore il progetto del Ponte di Messina...

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  4. Chi meglio di Matteo Renzi, che vuole cambiare l’Italia, può recepire queste istanze? Certo non politici pavidi come Mario Monti, che ha fatto carte false per cancellare il ponte di Messina non appena si è saputo che non avrebbe gravato sulle finanze italiane. La verità è che ubbidiva a ordini provenienti da Bruxelles, da parte della consorteria finanziaria gelosa della egemonia nord europea, non certo europeista sincera come tanti italiani laboriosi e di buon senso.

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