martedì 21 giugno 2011

Il nucleare garantirebbe sovranità energetica

Christian Corda
Intervista al prof. Corda.
Il nucleare serve al mondo. In Italia integrato con le rinnovabili garantirebbe sovranità energetica.
Christian Corda dopo aver ottenuto la laurea in Fisica nel 2001, nel 2003 ottiene la laurea specialistica in Scienze Fisiche e nel 2008 il dottorato di Ricerca in Fisica all’Università di Pisa. Oltre a scrivere articoli di giornale a fine scientifico divulgativo e aver partecipato a innumerevoli conferenze, oggi lavora come Professore Ordinario di Fisica Teorica nello statunitense "Institute for Basic Research", Palm Harbor.
Il 9 luglio ha partecipato alla conferenza 'Energia: le ragioni di una scelta' organizzata presso il polo universitario di Prato dal Blocco Studentesco Università.

Salve Prof. Corda, intanto la ringraziamo per essersi reso nuovamente disponibile.
Durante questo fine settimana gli italiani sono stati chiamati alle urne per votare un referendum che poneva quattro quesiti, tutti molto importanti.
Uno di questi riguardava l' "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare” e, ovviamente, con Lei vogliamo parlare di questo.
Come prima cosa vorrei chiederle come giudica un referendum che chiede un parere scientifico al popolo che, per ovvi motivi, non ha le basi per dare una valutazione oggettiva. Ha una qualche utilità o sarebbe stata più sensata una scelta operata da professori, ingegneri e tecnici?

La risposta non è semplice.
Premesso che quanto deliberato coi referendum dal Popolo Italiano ha il mio più totale rispetto, sarebbe stato, a mio modo di vedere, più corretto informare gli italiani sui motivi per cui si andava a votare.
La colpa più grave del governo è stata quella di non aver fatto una corretta informazione sul nucleare. Viceversa, il fronte anti-nucleare ha fatto una grande disinformazione attraverso guitti, cantanti e gente dello spettacolo, magari bravissimi nel loro mestiere, ma analfabeti totali dal punto di vista scientifico. Diciamo pertanto che il referendum sarebbe potuto essere uno strumento idoneo se ci fosse stata una corretta informazione scientifica e se fosse stato dato risalto al parere di professori, ingegneri e tecnici anziché a quello di guitti, cantanti e gente dello spettacolo.

Il fronte anti-nuclearista ha marciato pesantemente sulla tragedia di Fukushima. Cosa è veramente successo in Giappone?
Quali rischi si corre installando sul territorio centrali elettronucleari? In caso di incidente, quant'è alto il rischio legato alla radioattività?

Fukushima è stata strumentalizzata esattamente come un quarto di secolo fa venne strumentalizzata Chernobyl.
In Giappone il terremoto ha danneggiato una centrale nucleare obsoleta portando all'emissione di radiazioni.
Anche in questo caso la disinformazione l'ha fatta da padrone; nessuno infatti ha messo in risalto che:

a)ci sono stati migliaia di morti per il sisma e nessuna morte per le radiazioni;

b)in Giappone con una centrale nucleare in più ed una idroelettrica in meno sarebbero morte migliaia di persone in meno. Il terremoto ha distrutto una centrale idroelettrica facendo crollare una diga e distruggendo una cittadina di migliaia di persone, ma stranamente nessuno in Italia ha proposto un referendum per abrogare le centrali idroelettriche;

c)si trattava comunque di una centrale obsoleta e vecchia, e quindi con le centrali di ultima generazione non sarebbe sucesso niente di tutto ciò;

d)soprattutto, il Giappone non ha rinunciato al suo piano per il nucleare, anzi, proprio nei giorni scorsi ha dichiarato ufficialmente che l'energia nucleare resta essenziale e continuerà ad essere "uno dei quattro pilastri della nostra politica energetica".

Altro tallone d'Achille evidenziato prepotentemente è stato quello relativo alle scorie radioattive. E' un problema irrisolvibile o esistono soluzioni per lo smaltimento?

La verità è che statisticamente le scorie nucleari rappresentano meno dell' 1% dei rifiuti tossici mondiali (quelli chimici, altrettanto pericolosi ed in qualche caso anche più pericolosi, sono una percentuale molto più alta e non ne parla nessuno...) ed il 97% di questo 1% siamo in grado di riutilizzarlo.
Per ciò che rimane inutilizzato lo stoccaggio geologico garantisce sicurezza totale.
Chi alimenta lo spauracchio nucleare solitamente evita di sviluppare il dibattito su questioni che invece dovrebbero avere maggiore considerazione; mi riferisco alla disponibilità della materia prima, ai costi di costruzione e a quelli di smaltimento delle centrali.
Ci può illustrare la questione?

Il mondo ha disponibilità di uranio per molti secoli a venire.
Inoltre non dobbiamo scordare che, come suggerito da Carlo Rubbia, una materia prima potenzialmente utilizzabile è il torio, disponibile in buone quantità anche in Italia. L'India sta pianificando la produzione di energia nucleare sfruttando proprio dei giacimenti di torio perchè è più vantaggioso sia dal punto di vista della produzione energetica sia perchè le scorie residue rimangono radiattive per un tempo minore rispetto alle scorie di uranio.
Inoltre la grande speranza è giungere in futuro a realizzare la fusione nucleare, che, a differenza della fissione attuale, crea molti meno problemi ed è ben accetta anche da gran parte degli ambientalisti (l'energia solare è energia nucleare da fusione che è prodotta nel cuore della nostra stella).

Per quanto riguarda i costi, il raffronto va fatto con le altri fonti di energia. Negli ultimi anni le materie prime fossili come il petrolio hanno avuto un incremento di costo notevole in tutto il mondo. Più in generale, a differenza delle centrali termoelettriche, per le quali il costo di produzione è strettamente legato al costo del combustibile, le centrali nucleari hanno un costo di produzione che dipende parecchio dai costi di investimento. Ciò è dovuto alle dimensioni degli impianti, ai costi delle tecnologie coinvolte ed al fatto che il periodo di costruzione e più lungo rispetto alle centrali energetiche tradizionali. D'altra parte, anche se questi costi risultano più elevati di quelli associabili agli impianti alimentati con olio, carbone o gas, risultano notevolmente controbilanciati da una minore incidenza del prezzo della materia prima combustibile, che, in generale, proviene da aree geopolitiche più stabili di quelle degli idrocarburi. Sulla bilancia costi-ricavi va inoltre enfatizzato che le centrali nucleari, a differenza delle fonti fossili, ci danno scorte energetiche non di settimane ma di diversi anni.
Ora ci potrebbe evidenziare i motivi per cui secondo lei è necessaria e vantaggiosa questo tipo di energia?

Non è questione solo di vantaggi e di svantaggi: è un dato di fatto che su scala globale il mondo ha bisogno dell'energia nucleare. Le fonti fossili stanno diminuendo, la popolazione mondiale sta aumentando e le rinnovabili statisticamente da sole non bastano.
Dunque non abbiamo alternativa.
Non nego che il nucleare, come tutte le attività umane, abbia dei rischi, ma il gioco vale la candela.
Oltrettutto, secondo l'organizzazione mondiale della sanità i danni alla salute provocati dalle fonti fossili sono almeno 100 volte superiori a quelli provocati dal nucleare.
Un paragone che faccio sempre per spiegare la situazione è quello tra incidente aereo ed un incidente stradale: l'aereo è il mezzo più sicuro del mondo eppure quando avviene un incidente ne parla tutto il mondo.
Gli incidenti stradali hanno una mortalità di gran lunga superiore eppure, proprio per via della loro quotidianità, hanno meno risalto.
Nel paragone il nucleare è l'aereo, le fonti fossili sono le automobili.

Media e giornali affermano che nel mondo si sta abbandonando la pista nucleare, si sente di confermare questa notizia?

No.
Il fatto che il mondo stia dando, giustamente, un più ampio risalto alle rinnovabili non significa che stia abbandonando il nucleare.
Diciamo, citando una mia conoscenza, che il discorso sulle energie rinnovabili al momento va considerato parallelo a quello del nucleare e le due cose non necessariamente devono essere in contrasto tra loro.
Ricordo ancora che nonostante Fukushima il Giappone continua, ovviamente con maggiori cautele, col suo piano energetico sul nucleare. Và anche ricordato che l'Ucraina dopo Chernobyl ha costruito altre 9 centrali nucleari.
Il pessimismo italiano mi pare davvero esagerato.

Da quanto ci sta dicendo, deduco che le energie rinnovabili e l'energia nucleare vanno pensate come une l'integrazione dell'altra, e non come alternative.

Personalmente sono un grande estimatore delle energie rinnovabili, peccato che su scala globale non siano sufficienti per soddisfare il fabbisogno energetico; tra l'altro considero questo il solo vero grande limite di questo tipo di energie a fronte degli innumerevoli vantaggi.
Chi le sostiene come alternativa al nucleare fa, però, disinformazione.
Rinnovabili e nucleare vanno pensate come integrative.

In definitiva, secondo lei, su quale indirizzo dovrebbe essere concepito un piano razionale che garantisca al nostro paese sovranità energetica?

La formula magica si chiama "giusto mix".
Come già detto, sbaglia chi sostiene che le rinnovabili da sole possano garantire sovranità, come sbaglia anche sostiene che il nucleare possa essere la soluzione a tutti i problemi.
Io credo che, nonostante i referendum, il nucleare non debba essere completamente accantonato, in particolare la ricerca deve continuare, anche con la prospettiva di arrivare alla fusione.
Il nucleare serve al mondo, prima o poi anche il popolo italiano, se correttamente informato, cambierà idea.
Ho sentito molta gente che ha votato "si" sostenere che "In teoria non sono contrario al nucleare, solo che non mi fido dei nostri governi, indipendentemente dal colore".
Io invece penso che il nostro paese meriti una maggiore fiducia, questi discorsi sono deleteri per tutto il nostro popolo.

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