mercoledì 27 giugno 2012

Rachel Carson, fondamentalismi e prove d’errore.


Zanzariera antimalaria impregnata di DDT
Anch’io lessi Primavera silenziosa di Rachel Carson negli anni 60. Ricordo che fu uno dei primi libri impegnati. Ricordo anche la mia obiezione alla tesi sostenuta nel libro, cioè che il DDT è un veleno terribile per tutto l’ecosistema: “Si però il DDT ha salvato milioni di persone da gravi malattie. Utilizzato in quantità industriali dall’esercito alleato, contribuì alla vittoria anglo americana sull’asse nazi-fascista." Un po’ come la bomba atomica, risolutiva ad Hiroshima, terribilmente spaventosa tanto da diventare, dopo, un deterrente contro la guerra. Il chimico svizzero Paul Hermann Muller, inventore del DDT,  nel 1948 fu premiato col Nobel . Per un quarto di secolo il miracoloso insetticida, avrà anche inquinato però ha debellato la malaria e il tifo, ha incrementato la produzione agricola a livelli prima impensabili.  Nel 1962 il libro denuncia di Rachel Carson fece riflettere tutto il mondo sul rovescio della medaglia del DDT tanto che, dieci anni dopo, cioè nel 1972, fu vietato negli Stai Uniti.  In seguito il tutto l’occidente.
Nel 1972 fu pubblicato il famoso rapporto del MIT I limiti dello sviluppo, commissionato dal Club di Roma. Lo schema di quell’analisi era ed è tutt’ora valido. Sulla base dei parametri del periodo,  si prevedeva il collasso del sistema mondiale  entro pochi decenni.  Però la capacità di adattamento  dell’ambiente ai nostri veleni e di correzione dei propri errori da parte dell’umanità hanno concorso a procrastinare la crisi. Pur in presenza di una drastica diminuzione della mortalità per merito del benessere, anche la curva di crescita della popolazione mondiale tende ad appiattirsi. In occidente le nascite si limitano a compensare i decessi e in alcuni paesi, come l’Italia, i nati sono inferiori ai morti nonostante la nostra straordinaria longevità.  I flussi migratori dai paesi emergenti verso l’occidente determinano un benefico svecchiamento culturale delle aree del mondo economicamente più evolute. Ma c’è di più: ogni immigrato, assieme alle rimesse di denaro, pratica quotidianamente al proprio paese d’origine benefiche iniezioni di stile occidentale, di cultura giuridica e di metodo scientifico. La grande diffusione dei telefoni cellulari e di Internet nei paesi emergenti fa parte del fenomeno e noi, come contropartita, riceviamo tanti giovani con voglia di vivere e di costruire.
Intanto, sul fronte degli insetti, in assenza del DDT la malaria è ritornata virulenta tanto che ottocento mila persone ogni anno perdono la vita. Il vaccino ancora non esiste e l’unica difesa è quella contro le zanzare che oggi vengono combattute con insetticidi meno radicali e più costosi. Il DDT è ricomparso ad opera della fondazione Bill Gates, che ha distribuito, in Africa e nel terzo mondo, milioni di reti antizanzare spruzzate con l’insetticida. Quelle zanzariere sembrano essere, a tutt’oggi, il rimedio più efficace. In agricoltura l’evoluzione dei pesticidi e della lotta guidata alle malattie delle piante ha determinato una situazione di faticoso equilibrio. La soluzione che però si profila, già adottata in larga misura laddove non ci si può permettere la perdita del raccolto, è quella di piante geneticamente modificate per  rafforzarne la resistenza ai parassiti.
Con gli OGM si è aperto un altro fronte che io non definirei ambientalista, in senso tradizionale. Il movimento contro le modifiche genetiche alle piante alimentari è motivato da una paura antica dell’ignoto connesso con le manipolazioni della vita.  Ritengo però che, dietro questo movimento si nascondano interessi economici pesanti da parte dell’industria alimentare e di quella dei pesticidi, che non vogliono vedersi modificare, in poco tempo, gli scenari all’interno dei quali operano. E poi, parliamoci chiaro: in campo enologico senza i lieviti geneticamente modificati non si riuscirebbe a fare il vino della qualità e col prezzo a cui siamo abituati. Eppure in enologia gli OGM sono passati indisturbati, in tutto il mondo, senza che nessuno osasse alzare un dito. Perché il vino si e gli altri alimenti no?
Campo fotovoltaico
Oggi, a cinquant’anni dalla pubblicazione di Primavera silenziosa di Rachel Carson e a quarantotto dalla sua morte, l’ambientalismo ha cambiato connotati. Si concentra contro la globalizzazione in un mondo che è sempre più globalizzato, con il risultato di promuovere solo dei disordini fini a se stessi; si concentra contro l’energia nucleare, contro il carbone e contro i termo-valorizzatori, con il risultato di favorire solo l’utilizzo degli idrocarburi; si concentra contro gli OGM, con il risultato di favorire l’industria dei pesticidi.
La situazione è tale che si potrebbe ritornare, con tutte le cautele necessarie, all’uso del DDT, come in effetti già ha fatto la fondazione Bill Gates. Non ci sono interessi economici contrari.
La verità è che per pilotare i moti popolari contro soluzioni industriali indesiderate occorre il fondamentalismo. Le prove d’errore, la gradualità e il metodo scientifico non vanno bene. Si fanno affermazioni assurde, come quella secondo la quale i pannelli fotovoltaici in campagna sarebbero ad impatto zero. Sarebbero, se non fosse per i diserbanti con cui viene periodicamente irrorata la campagna per evitare che gli impianti si trasformino in una giungla di arbusti e di erbacce. 120627 Daniele Leoni

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