giovedì 15 novembre 2012

L'ordine è: “silenzio sui cinesi e sul ponte!”

Prima pagina del Quotidiano di Sicilia
Un patto fra regione e banche da dieci miliardi con centomila nuovi occupati. Dieci miliardi di euro per interventi sul territorio, per il riassetto idro-geologico e per gli immobili sottoposti a rischio sismico. E’ l’articolo che apre il Quotidiano di Sicilia, giornale regionale (economico, business, istituzioni, ambiente, no profit e consumo). “Sicurezza per rilanciare il lavoro” è il titolo a caratteri cubitali. E’ un’apertura che fa accapponare la pelle. Prelude a sperperi colossali fatti di finanziamenti a pioggia destinati ad opere progettate con incompetenza. Nella migliore delle ipotesi, mai realizzate. Perché, se dovessero essere messe in cantiere, allora alla progettazione finta si aggiungerebbe la follia della realizzazione con manodopera prevalentemente al soldo della mafia. Finti cantieri, finti lavori, sabbia al posto del calcestruzzo e rimedi mille volte peggiori del male. Saranno opere, come è spesso successo nel dopoguerra in Sicilia, iniziate e mai terminate. Perche terminarle non conviene. Si dovrebbero licenziare i lavoratori e si scoprirebbe subito la magagna. Meglio che il cantiere continui all’infinito!
Il comico Beppe Grillo, leader del primo partito siciliano.
E la Cina, disponibile a finanziare il ponte sullo stretto di Messina per portare l’alta velocità in Sicilia, la Cina non fa notizia? No, per carità! Non bisogna parlarne! I cinesi sono pericolosi perché vogliono ammodernare i porti e le ferrovie siciliane. E calabresi. Vogliono usare il ponte per il traffico merci dall’Africa verso l’Italia e l’Europa. Hanno detto, perfino, che sono disponibili ad occuparsi della ristrutturazione di tutto il sistema ferroviario a sud di Napoli. E non scherzano, i cinesi. Non scherzano perché hanno fatto l’investimento estero più consistente della storia dell’umanità proprio in Africa. Vogliono che lo sviluppo dell’Africa proceda di pari passo con lo sviluppo della Cina e hanno scelto la Sicilia come piattaforma commerciale verso il nord. Sono tanti i cinesi: quasi un quarto della popolazione mondiale. Sono troppi anche per la mafia la ‘ndrangheta che potrebbero essere sconfitte! Allora i lavori non potranno più essere una finzione, nemmeno quelli idro-geologici. 121115 Daniele Leoni

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