venerdì 7 settembre 2018

L'ARCHITRAVE DELLA DEMOCRAZIA.

Il Resto del Carlino dedica una pagina a Matteo Renzi
C'ero anch'io alla festa dell'Unità a Ravenna ad applaudire Matteo Renzi. All'inizio volevo seguirlo, come al solito, in diretta streaming però, all'ultimo momento ho deciso di andare. Sono arrivato un'ora prima per essere in prima fila e guardarlo bene negli occhi, per capirlo meglio, per capire qualche cosa di più. Niente da fare. Tutti i posti erano già occupati. Occupati anche quelli in ultima fila. Allora ho fatto una foto, l'ho postata su Facebook con la constatazione che lui è l'unico leader possibile nel PD. Qualche commento con i vicini, alcuni iscritti e tanti altri, come me, simpatizzanti di Renzi a prescindere. Era in anticipo anche Manuela Rontini, straordinaria Presidente della Commissione Territorio della Regione Emila Romagna, che aleggiava, per ogni dove, sotto il tendone Aldo Moro e dietro le quinte. Manuela, neoquarantenne, aspirante ingegnere, Azione Cattolica, cultura laica, silhouette rotondetta, con un'aura energetica che sprizza ottimismo e sensualità, archetipo della donna romagnola di un recente passato e di un prossimo futuro. Un futuro non radical-chic, benefico e desiderabile.

Le chiacchiere in attesa del discorso.
Le chiacchiere dei vicini erano tutti in favore di Matteo. Però quando mi sono intromesso per dire che non si doveva escludere un partito nuovo, con Renzi leader, allora la fedeltà al vecchio Partito è riemersa, con il distinguo di quelli che avrebbero seguito Renzi comunque. La mia visione era di un Renzi non incatenato al vecchio PD, libero di recuperare la cultura liberal-socialista, libero di dire che lo sfregio furono le monetine lanciate a Bettino Craxi. Libero di dire che quelle monetine furono il pedaggio di una strada di disgrazie, di un'Italia condannata alla serie B in Europa, con Francia e Germania al comando. Un Renzi libero di dire che fu un tragico errore il sostegno a una fazione di magistrati poco sensibili alla giustizia e molto al potere. Un Renzi che, vicino a Giorgio La Pira, celebra Adriano Olivetti, Enrico Mattei, Felice Ippolito, Gabriele Cagliari, il ravennate Raul Gardini. Che ha il coraggio di denunciare come, per trent'anni alcuni potenti hanno tentato di cancellare la scuola di questi grandi italiani.

Hanno tentato di cancellare la nostra cultura industriale e tecnologica.
Volevano relegarci al ruolo dei maitre d'hotel! Hanno perfino tentato di distruggere la biblioteca di Adriano Olivetti, dopo avergli svenduto il ramo elettronico. La stessa cosa hanno tentato di farla all'ENI dopo la morte di Enrico Mattei. Hanno tentato invano perché è una cultura indelebile, scritta nel nostro DNA. Così dopo, cinquant'anni, è arrivato Sergio Marchionne che ha dato una bella lezione di politica industriale all'Italia, agli Stati Uniti e mondo globalizzato.

I 5 Stelle e Adriano Olivetti.
Il successo del Movimento 5 Stelle si fonda solo su uno spezzone di cultura industriale, quello dell'eredità di Adriano Olivetti. Beppe Grillo, col suo blog rinnovato e depurato dai commenti dei militanti, insiste sulla cultura della rete Internet, sull'automazione, sulla robotica, sull'intelligenza artificiale, su un progetto di futuro che si spinge perfino alla conquista dello Spazio e alle officine orbitali. Ma non considera che robotica, automazione e intelligenza artificiale hanno bisogno dell'interazione diffusa e permanente con l'intelligenza umana. Altrimenti il rischio è la condanna della nostra specie all'irrilevanza. Siccome intelligenza e coscienza non stanno obbligatoriamente assieme, la iattura potrebbe essere creare una società di macchine super-intelligenti e incoscienti, che condannerebbe se stessa e l'umanità all'estinzione.

Per una Intelligenza Artificiale Benefica e Desiderebile.
La crescita economica e della popolazione umana è l'antidoto contro un futuro rovinoso fatto di macchine intelligenti. Ci vogliono grandi infrastrutture, bisogna favorire l'aumento demografico e la diffusione della cultura classica e scientifica. Bisogna favorire anche l'incontro fisico fra le persone perché nelle riunioni telematiche si perde il contatto con l'aura ottimista che convince gli imprenditori a rischiare (Roger Penrose dice che il fenomeno ha a che fare con la fisica quantistica). Noi italiani ci siamo sempre sporcati le mani. Dalla fisicità del rapporto con le costruzioni e con i materiali, abbiano ricavato le opere più geniali e le migliori intuizioni. Così dobbiamo continuare a fare. Miliardi di macchine debbono essere coadiuvate da miliardi di donne e di uomini, la cui intelligenza, in un futuro non immediato, potrà anche essere virtualizzata. Ma la matrice deve essere umana. Davide Casaleggio deve capire che la comunità cibernetica di Adriano Olivetti non potrà vivere da sola. Ci vuole anche l'industria mineraria di Enrico Mattei e di Felice Ippolito, e le relative applicazioni industriali. Come dice Roberto Cingolani, "fra cento, duecento anni andremo via dalla Terra. Quindi, oltre alla scienza per rimanere sul nostro pianeta in salute, ce ne vorrà un'altra che ci consentirà di andare via. E' questo secondo tipo di scienza che bisogna assolutamente supportare perché è inerente al nomadismo della specie umana."

Verde metropolitano
Ecologia attiva.
Intanto lavoriamo per ridurre l'inquinamento, per aumentare l'apporto in atmosfera di gas anti-serra e per ridurre la concentrazione di CO2. Ho scritto "concentrazione", non solo "emissione". Lo possiamo fare aumentando le foreste, le zone verdi, la salute del plancton. Lo possiamo fare anche con tecniche di fotosintesi clorofilliana artificiale e, ovviamente, riducendo l'uso di combustibili fossili. Ricordiamo però che sette miliardi di uomini e di donne si devono nutrire e si devono spostare. Mi auguro che il successo di Matteo Renzi si possa fondare sulla completezza della cultura industriale italiana e sull'ecologia attiva. La completezza ha bisogno di scienza, di tecnologia, di equilibrio fra robotica e sviluppo umano. In parole povere ha bisogno di crescita. Crescita equilibrata.

Paure e razzismo.
E come la mettiamo con le pulsioni razziste degli italiani che fanno il paio con le loro paure e insicurezze? Razzismo paure e insicurezze che fanno la fortuna di Matteo Salvini? La politica deve rassicurare gli italiani. Non dobbiamo cedere di un millimetro ad invasioni culturali estranee. Per esempio: ho saputo che, in chiese sedicenti cristiane frequentate da immigrati, qualcuno sparge la voce che Papa Francesco è un demonio che beve sangue. Ovviamente il tutto è alimentato da video Youtube la cui interpretazione è, a dir poco, equivoca. Queste fake news vanno stroncate perseguendo il reato di vilipendio previsto dal nostro codice penale. Ma parliamoci chiaro: alcuni nostri sacerdoti insistono troppo sugli aspetti sanguinolenti del rito cristiano. Allora dovrebbero essere corretti dalle gerarchie vaticane. Così deve essere perseguita, a norma di legge, qualsiasi manifestazione folcloristica o religiosa che offenda il nostro costume e la nostra morale in tema di maltrattamento degli uomini e degli animali. Se saremo capaci di difendere la cultura occidentale della pace, dei diritti di uomini, donne, bambini e degli animali, se sapremo farlo con tolleranza zero, allora diminuiranno le paure e il razzismo non avrà più ragione di essere. Vorrei che di tutto questo la politica fosse interprete rigorosa. Rimanendo a Salvini, mi sia permessa un'opinione. Ci saranno senz'altro state delle irregolarità amministrative nella gestione dei fondi assegnati alla Lega dal finanziamento pubblico. Comunque quei fondi sono stati assegnati sulla base dei voti ricevuti. I fondi non sono stati usati per comprare migliaia di paia di scarpe di cui è stata distribuita la prima con la promessa di consegnare la seconda in caso di vittoria, come faceva la DC a Napoli nel dopoguerra. Il buon senso popolare dice: "I soldi sono stati dati alla Lega in funzione dei voti ricevuti?" Allora i magistrati smettano di rompere le scatole sui criteri di utilizzo perché, altrimenti, la prossima volta Salvini di voti ne prende il doppio, così gli raddoppia anche il rimborso elettorale. E lui si frega le mani per la soddisfazione!

L'architrave della democrazia.
"Una forte opposizione, capace di vincere le prossime elezioni, è l'architrave della democrazia occidentale! Grazie Matteo Renzi!" questa è la mia risposta al suo tweet di ringraziamento per l'affetto e l'entusiasmo di ieri a Ravenna. Non voglio miracoli da Matteo Renzi, spero solo che si metta in condizione di vincere le prossime elezioni. O col PD oppure fondando un altro partito. Che si prenda tutto il tempo necessario!
180907 Daniele Leoni

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