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La sala di controllo dell'ESA durante il risveglio di Rosetta |
“I progetti arditi ci allontanano dai giochi di guerra. Grazie per lo show.” Con questo tweet ho ringraziato le agenzie spaziali italiana ed europea per il decennio di lavoro e l’obiettivo raggiunto dalla sonda Rosetta che oggi ha incontrato la sua cometa. Ho anche pubblicato un articolo sull’Avanti! per celebrare l’evento (
http://goo.gl/BkoI6R). L’ho scritto sul giornale online dei socialisti liberali pieno delle speranze della mia adolescenza alla ricerca del senso di questa nostra strana Umanità. Speranze che oggi diventano certezze grazie allo straordinario progresso tecnico scientifico nei campi della robotica, della telematica, delle tecnologie dei materiali che costituiscono un vero e proprio salto quantico nelle nostre conoscenze. Tutto ciò è avvenuto grazie alle tecniche digitali, alla cui nascita ho avuto il privilegio di assistere, delle quali sono stato protagonista, nel mio Paese, come imprenditore. La foto è emblematica perché non è un festa ma raffigura una squadra di tecnici e scienziati a testa china, nella sala di controllo dell’ESA, alle prese col risveglio di Rosetta dopo i suoi tre anni di ibernazione nel cosmo profondo. Il risveglio ha dato il via ad un lavoro intenso per raggiungere la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, inserire Rosetta in orbita attorno a lei, studiarla, trovare il punto migliore per ancorare sulla sua superficie il lander Philae e pianificare sondaggi e analisi per carpire il più possibile dei suoi segreti.
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La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko vista da Rosetta il 7 Agosto 2014 |
Ma c’è di più. C’è l’affinamento delle tecniche di telecontrollo di due sofisticati robot, Rosetta e Philae, che preludono ad un futuro di attività minerarie nello spazio. E di cantieri per costruire, direttamente nello spazio, le nostre astronavi. Perché l’acqua e le materie prime sono proprio lì, sulle comete e sugli asteroidi. L’energia la fornisce il sole. Lì la gravità è nulla, non esistono agenti atmosferici corrosivi, le stampanti 3D potranno facilmente forgiare delicate strutture in grado di resistere millenni. Le prime strutture saranno pannelli fotovoltaici estesi chilometri che forniranno l’energia per sciogliere il ghiaccio, scomporre l’acqua in ossigeno e idrogeno trasformandola così in carburante. Il seguito possiamo facilmente immaginarlo. Io immagino una Umanità che si prepara ad uscire dal guscio del proprio pianeta per conquistare l’universo. Che è così smisuratamente grande e ricco di risorse che sarà impossibile litigare per l’eternità! 140808 Daniele Leoni
Questo è il mio articolo pubblicato dall'Avanti!
Esattamente ora, mercoledì 6 Agosto 2014 mentre sto scrivendo, la sonda robotica dell’agenzia spaziale europea Rosetta è arrivata a ridosso della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, dopo un viaggio nel sistema solare durato dieci anni. E’ arrivata in frenata perché la sua velocità relativa, rispetto a quella della cometa che percorre un’orbita eccentrica attorno al sole, si è ridotta a zero. Rosetta dovrà manovrare per diventare un satellite della cometa 67P che è un agglomerato di roccia e ghiaccio con forma irregolare delle dimensioni di circa quattro chilometri.
Le sue caratteristiche morfologiche precise sono note solamente oggi che è stata fotografata da vicino. Fino a pochi giorni fa era un puntolino con sagoma indefinita. Solamente a partire da oggi, 6 Agosto 2014, sarà possibile manovrare a vista e usare i retrorazzi di Rosetta per correzioni minute tali da ridurre la distanza di cento chilometri dalla superficie fino a trenta ed essere così catturata, in orbita, dalla debole gravità della cometa. E’ la prima volta che si tenta un’operazione di tale complessità.
Se avrà successo Rosetta accompagnerà 67P/Churyumov–Gerasimenko lungo il suo viaggio attorno al sole di sei anni e mezzo, fra l’orbita di Giove e quella della Terra. Ma parlare di navigazione a vista non è esatto solo per il fatto che il segnale radio da Rosetta alla Terra impiega venti minuti e altrettanto la risposta. Allora le informazioni devono essere analizzate e deve essere elaborata una sequenza di comandi che saranno spediti ed eseguiti dal computer di bordo.
Il segnale trasmesso da Rosetta, con la telemetria e le informazioni, varia fra i 40 e i 20 Kbps e ha una potenza di mezzo kw. Si indebolisce lungo i 400 milioni di chilometri e arriva sulla terra con una potenza cinquemila volte inferiore a quella di un telefono cellulare; però è sufficiente allo scopo. La connessione viene garantita, nell’arco delle 24 ore, dalle antenne paraboliche di 35 metri DSA (Deep Space Antenna) in Spagna, Argentina e Australia.
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La sonda Rosetta (clicca per ingrandire) |
Nei prossimi mesi Rosetta analizzerà nel dettaglio la superficie della cometa per individuare il posto più adatto alla discesa di un lander, Philae, che si separerà dalla sonda e si ancorerà al suolo nel mese di novembre.
I nomi Rosetta e Philae, con cui l’ESA ha battezzato i protagonisti di questa mirabile avventura, riecheggiano i reperti e i luoghi delle iscrizioni in geroglifico, demotico e greco del secondo secolo avanti Cristo che consentirono di decriptare la lingua dell’antico Egitto e avvicinarci alla cultura dell’alba dell’umanità. Così lo studio ravvicinato della cometa 67P, lungo il suo vagare ciclico fra Giove e la Terra, dovrebbe decriptare alcuni dei misteri ancora irrisolti dell’alba del sistema solare e forse anche della vita sulla Terra. Infatti va consolidandosi l’opinione che fu proprio il bombardamento delle comete, tre miliardi di anni orsono, che fornì l’acqua che dei nostri oceani e, forse, anche i primi mattoni della vita.
Poi ci sono altri misteri a cui la comunità scientifica, in questi anni, tenta di togliere qualche velo grazie alle tecnologie spaziali. Sean Coughlan, in un lungo articolo che si può leggere nel giornale online BBC News, racconta come il genere umano potrebbe correre verso l’estinzione non a causa dell’effetto serra o di una guerra nucleare, ma per la propria incapacità di governare l’enorme complessità che ha generato negli ultimi vent’anni. Contemporaneamente Andrew Snyder-Beattie ha scritto su Physorg un documentato articolo intitolato “Habitable exoplanets are bad news for humanity (I pianeti esterni abitabili sono una brutta notizia per noi)”, a commento della scoperta del pianeta Kepler-186f, distante da noi 492 anni luce, in orbita attorno ad una nana rossa nella Costellazione del Cigno. La ragione della brutta notizia è che, siccome Kepler-186f sembrerebbe abitabile come verosimilmente miliardi di pianeti nella nostra galassia, non aver ancora incontrato una civiltà extraterrestre si spiega col fatto che l’intelligenza e la civiltà sono destinate ad estinguersi prima di raggiungere la possibilità di attraversare gli spazi interstellari.
Io non sono così pessimista e sono convinto che la ricerca fatta di tecnologie, di sfide e di grande capacità progettuale, ci tenga lontani dai giochi di guerra. Sono molto grato alla nostra Agenzia Spaziale e alla ESA europea per lo spettacolo della missione Rosetta. Risvegliata dopo sette anni di rimbalzi fra la Terra e Marte per sfruttare l’effetto fionda, tre anni di ibernazione lontano nel sistema solare, piena di tecnologia italiana, si accinge ad una delle avventure più affascinanti dell’esplorazione spaziale.
Daniele Leoni
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