mercoledì 30 maggio 2012

La parata e il terremoto.


La portaerei italiana Cavour in soccorso per il terremoto ad Haiti
Sono sicuro che i modenesi ricostruiranno velocemente, prima di tutto le fabbriche che sono crollate, e poi il resto. Spero tanto che, nel corso della ricostruzione, siano in tanti a riscoprire lo spirito degli anni cinquanta, quando si rifece l'Italia distrutta dalla guerra. Perché ricostruire in fretta costringe a ragionare in modo schematico e a lasciar perdere le "convergenze parallele", gli "equilibri più avanzati", i "nuovi modelli di sviluppo", le" riforme" e "quant'altro" ... Ho messo fra virgolette riforme e quant'altro perché sono entrambe espressioni vuote, che servono solo a riempire la bocca. Sono in tanti nel mondo a versare sangue per diventare un Paese e noi, che un Paese lo siamo da millenni, e abbiamo Roma che fu la culla della civiltà occidentale, dobbiamo sopportare chi lo dimentica sempre, pronto a seguire l'ultimo affabulatore, travestito da clown, scaltro e diabolico come tutti i terroristi. La dobbiamo fare la parata del due giugno, anche in onore delle vittime del terremoto, ma sopratutto per ricordare al mondo che siamo una Nazione fiera. Che ci raddrizzeremo come il giunco dopo la tempesta, sia essa una crisi economica o un terremoto! 120530 Daniele Leoni

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lunedì 28 maggio 2012

Brunetta sogna l'unità politica dell'Europa

Renato Brunetta
Ho letto un articolo di rara lucidità di Renato Brunetta sui nodi dell'economia europea e sul ruolo della Banca Centrale. La soluzione, secondo Brunetta, è l'unità politica a tappe forzate. Condivido l'articolo dalla prima all'ultima parola.

Dalla Banca centrale al varo degli Eurobond. L’Ue appesa a 5 mosse (di Renato Brunetta)

E se, quasi magicamente, l’Unione Europea risolvesse il vero problema che l’attanaglia fin dalla sua costituzione? Tradendo l’idea dei padri fondatori, sin dagli anni ’60 si è voluto proseguire sul sentiero dell’integrazione tra Stati sovrani adottando la tecnica del funzionalismo economico. Si è pensato – evidentemente sbagliando – che l’unione economica avrebbe alimentato in maniera naturale il processo di avvicinamento a una sostanziale unione politica. A distanza di oltre cinquant’anni il cinico approccio utilizzato ha, purtroppo, manifestato tutta la sua debolezza.
È giunto il momento di rompere l’ultimo tabù: la realizzazione dell’unione politica europea. Jacques Delors descrisse la moneta unica come “un ponte gettato verso la federazione europea in attesa che qualcuno vi ponga sotto i pilastri”. I pilastri non sono altro che una sostanziale unione politica, gli Stati Uniti d’Europa, senza i quali il ponte è, come facilmente riscontrabile in questi giorni, a rischio di crollo.
Serve una vera unione politica ed economica. Non possiamo continuare con 27 Paesi che hanno 27 politiche economiche diverse, 27 bilanci nazionali non convergenti verso gli stessi obiettivi. Paesi membri e Unione Europea devono, come un’orchestra, suonare assieme la stessa musica, dirette da un unico maestro. Legittimato in questo caso dal voto popolare. L’elezione diretta del presidente della Commissione europea va proprio in questa direzione.
In fondo anche Angela Merkel dovrebbe essere onesta con sé stessa e con il Paese che guida. Dovrebbe forse ricordare che, come disse Helmut Kohl, l’unità tedesca e l’unità europea sono due facce della stessa medaglia. La riunificazione della Germania non sarebbe, altrimenti, mai avvenuta.
La storia istituzionale e l’economia ci dicono già qual è la strada. Nel 1789 Alexander Hamilton, segretario al tesoro americano, trasformò la repubblica appena costituita in una grande potenza economica. Sotto la sua guida, il governo federale si fece carico dei debiti di guerra delle ex colonie ed emise obbligazioni nazionali sostenute da tasse dirette e da una moneta comune.
Oggi, Barack Obama non si stanca di consigliare all’Unione Europea di prendere spunto dalla politica economica degli Stati Uniti per superare la recessione. E Ben Bernanke ha saputo porre rimedio alle crisi profonde degli ultimi anni utilizzando gli strumenti a disposizione della banca centrale americana che sono: 1) la politica monetaria, attraverso cui la Federal Reserve garantisce la stabilità economica nel Paese; 2) la funzione di prestatore di ultima istanza, attraverso cui la banca centrale americana fornisce liquidità alle banche per prevenire, o contenere, episodi di panico sui mercati.
In Europa Mario Draghi chiede di mantenere viva nell’Ue la spesa per investimenti, ricorrendo anche a un aumento di capitale della Banca Europea ad essi deputata, la Bei. Non solo, il governatore della Bce chiede ai Paesi europei di decidere insieme un percorso comune e capire come l’Europa si vede tra dieci anni: se è pronta per un’unione politica, per un’unione fiscale, per gli Eurobond e per la Banca Centrale Europea come prestatore di ultima istanza. Infine Paul Krugman sostiene che i governi della zona euro devono adottare politiche di bilancio espansive e riforme strutturali e la Banca Centrale Europea deve mettere in campo una politica monetaria espansiva, anche a costo di un lieve aumento dell’inflazione. Sulla stessa linea, Joseph Stiglitz ricorda come storicamente l’austerità non abbia mai funzionato e che nessuna economia sia mai uscita da periodi crisi con misure di solo rigore.
Ciò premesso, ho fatto un sogno. Ho sognato di leggere le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 28-29 giugno. Pochi punti, chiari, onesti, che guardano al futuro. Ma capaci di imprimere, da subito, un’inversione di tendenza. Il Consiglio europeo ha discusso l’attuazione della politica economica dell’Ue. La soluzione al problema Grecia non risiede in provvedimenti specifici ma va affrontato all’interno dell’intera governance europea. Il Consiglio europeo ha approvato cinque priorità per il 2012 a partire dal mese di luglio.
1. Un nuovo modello di solidarietà. L’Unione europea dispone già delle regole e degli strumenti normativi adatti, che devono essere interpretati in modo estensivo: Il Trattato di Lisbona prevede una clausola di solidarietà, che impegna l’Ue e gli Stati membri ad agire congiuntamente per prevenire e reprimere attacchi terroristici e calamità naturali, nonché una clausola di mutua difesa, che prevede l’intervento militare in difesa di uno Stato membro che subisca un’aggressione armata nel proprio territorio. Il Consiglio europeo conviene dunque di equiparare gli attacchi di tipo finanziario-speculativo a quelli di natura terroristica, militare o ambientale.
2. Una nuova missione per la Banca Centrale Europea. Nell’ambito della modifica dei Trattati dell’Ue, il Consiglio europeo riconosce la necessità di rivedere il ruolo della Banca centrale europea. Occorre attribuire alla Bce un ruolo di prestatore di ultima istanza.
3. Il Consiglio Europeo promuove l’emissione di titoli decennali comunitari con un rendimento pari al rendimento storico del Bund tedesco degli ultimi cinque anni (2007-2011) che risulta pari al 3,34%. Il Consiglio ha così convenuto al fine di sanare le discrasie e gli squilibri tra i Paesi dell’area euro e di riportare ai livelli fisiologici del periodo precedente la crisi dei debiti sovrani i rendimenti dei titoli di Stato.
Il Consiglio Europeo riconosce agli Stati Membri una garanzia comune e solidale su titoli del debito pubblico emessi fino a un ammontare pari al 60% del Pil, in modo tale da mettere i Paesi dell’Ue nelle condizioni di poter rispettare i limiti in termini di rapporto deficit/Pil previsti dal Fiscal Compact. Un protocollo allegato al Fiscal compact creerà la base giuridica per l’emissione degli Eurobond.
4. Il Consiglio Europeo istituisce un fondo speciale, denominato “Redemption Fund”, nel quale i Paesi dell’area euro trasferiscono la propria parte di debito superiore al limite del 60% fissato dal Fiscal Compact. Tale fondo emette obbligazioni, garantite da tutti gli Stati membri, a tassi d’interesse ridotti e i governi nazionali si impegnano a rimborsare i titoli emessi dal fondo entro scadenze prefissate.
5. Un nuovo rapporto tra il sistema creditizio e i cittadini e l’economia reale. Gli stringenti requisiti di Basilea III costringono i 29 istituti di credito più importanti del mondo a raccogliere sul mercato 566 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni. Il Consiglio europeo invita la Commissione a rivedere la normativa attualmente vigente in un’ottica di contemperamento delle esigenze di messa in sicurezza del sistema creditizio.
Il Consiglio europeo conviene di modificare i Trattati ai fini della creazione di un sistema bancario unico ove le funzioni di vigilanza, garanzia e regolamentazione sono svolte a livello europeo mentre gli Stati nazionali mantengono la propria competenza in tema di istituti finanziari falliti. Infine il Consiglio europeo promuove l’istituzione di un’Agenzia europea di rating del Credito, denominata Aerc.
E il sogno finiva con la riapertura dei mercati il 2 luglio. Con gli spread in caduta libera, sulla base del cambio totale delle aspettative, la fine della speculazione sull’area euro, la fine della masochistica austerità e con un grande effetto rimbalzo in termini di crescita, con la Grecia salva dentro un’Europa forte e solidale. L’incubo era durato esattamente un anno.
FONTE: Il Giornale

Ho così commentato:
Caro Renato, sei un grande!
In te ammiro soprattutto la determinazione, la tenacia e la lucidità. E l'ottimismo, quello gramsciano della volontà, che non si arrende alle crisi ma le considera opportunità per un successivo passo in avanti.
Il tuo, il nostro sogno si realizzerà prima o poi. Speriamo prima perché soffriremo di meno. Ma se la soluzione da te prospettata dovesse attendere ancora qualche tempo, allora dobbiamo prepararci a soffrire un po' di più ma alla fine ci si arriverà. Oggi ho letto un articolo di Francesco Piccinini (nel blog chefuturo.it) che paragona gli attuali giornalisti ai maniscalchi di Detroit nel 1908, quando Henry Ford lanciò la prima utilitaria. Aveva le ruote di legno, perché di legno erano le ruote delle carrozze, e così era più facile ripararle. Ma aveva il motore e non il cavallo. Io penso che lo stesso ragionamento si debba allargare agli economisti e ai politici: o si trasformano per adattarsi al nuovo che avanza, a dispetto di tutte le caste, oppure faranno la fine dei maniscalchi.
Coraggio Renato che ce la faremo.
Daniele Leoni

domenica 27 maggio 2012

Elon Musk: quando l’Impresa prende l’astronave.


Elon Musk, Ceo SpaceX, Tesla Motors, SolarCity.
C’e qualcosa di elettrico nell’atmosfera attorno a SpaceX che ha consegnato un carico alla Stazione Spaziale Internazionale. “Non è detto che tutto funzioni” aveva ripetuto fino alla nausea Elon Musk, Ceo and Chief Designer (maggiore azionista e capo indiscusso) della prima società privata che ha accettato la sfida del business nello spazio. Elon Musk è anche fondatore di Paypal, leader dei sistemi di pagamento online, presidente di Telsa Motors, leader nel settore delle automobili elettriche e di SolarCity che è diventata un colosso, negli Stati Uniti, progettando e installando impianti per lo sfruttamento dell’energia solare. C’è qualcosa di magico nel percorso di questo ragazzone, che ha appena compiuto quarant’anni, che ha messo in pista, contemporaneamente, le sfide più grandi del nostro tempo e le ha trasformate in business di successo. “Non è detto che tutto funzioni, è solo un test. Il solo fatto di aver messo in orbita Dragon è già un successo e, se d’ora in avanti tutto dovesse andare storto, impareremo dai nostri errori!” mentiva Elon Musk dopo l’ovazione dei suoi dipendenti e collaboratori assiepati dietro i vetri del centro di controllo missione (SpaceX Headquarters in Hawthorne, California) per la riuscita del lancio e il corretto assetto in orbita terrestre della navicella. Guardatelo il video degli operai e dei tecnici, con le braccia alzate che fanno i salti di gioia. Guardate le facce e i grandi sorrisi che ci trasmettono il sogno americano e lo rinnovano ancora e ancora! Mentiva Musk. Mentiva perché il successo completo della missione sblocca la commessa di oltre un miliardo di dollari, da parte della NASA, per i rifornimenti alla Stazione Spaziale. Non è la sola commessa, ce ne sono tante altre da Stati e società private, per spedire in orbita  satelliti scientifici e commerciali. Ma quella della NASA è la più grossa ed è in grado di aprire la strada per l’avventura che SpaceX ha disegnato.
Il lancio del Falcon 9 con il cargo Dragon per la ISS
Il fatto nuovo, dopo i costi proibitivi delle missioni Apollo e l’impostazione propagandistica della conquista della luna, è che qui tutto è modulare. Dal lanciatore Falcon, dove gli stadi sono uno la replica dell’altro, ai propulsori Merlin il cui numero dice la sigla del lanciatore. Il primo stadio di Falcon 1 aveva un solo Merlin mentre, quello di Falcon 9, ne ha 9 assemblati assieme. Il secondo stadio di Falcon 9 non è altro che il Falcon 1, un po’ più corto, con un solo motore. E così via. Tutti i componenti sono progettati per essere recuperati e riutilizzati. La prossima fase sarà quella di destinare Dragon ad un equipaggio di astronauti. In un paio d’anni diverrà realtà. Le animazioni del sito di SpaceX, che raccontano i progetti per il futuro, ritornano sulla luna e si spingono fino a Marte. Sono realistiche quelle animazioni e ci raccontano una fetta dei prossimi decenni dove gli spazi cosmici sterminati saranno alla nostra portata. Mi piace l’esordio mediatico di SpaceX, dove tutto succede in diretta, come se fossi li, assieme ai tecnici, poi assieme agli astronauti nella Stazione spaziale.
Mi sembra di intuire, visto il percorso industriale di Elon Musk, che l’obiettivo principale sia lo sfruttamento dello spazio come fonte di energia e per le risorse minerarie. Basterebbe prendere al laccio un asteroide di ghiaccio d’acqua (è il minerale più diffuso nel sistema solare, forse nell’universo) e trasformarlo in una fabbrica di ossigeno e di idrogeno. L’energia necessaria arriverebbe da chilometri quadrati di pannelli fotovoltaici in orbita. Per far ciò SolarCity uscirebbe dal guscio e dispiegherebbe il massimo delle sue potenzialità. Ossigeno e Idrogeno da usare come propellente. Acqua e ossigeno per creare un ambiente vivibile in orbita che ospiterà i tecnici delle nuove linee industriali finalizzate al sostentamento di una fiorente attività spaziale. Acqua e ossigeno anche per fare una serra, che oltre tutto si nutrirebbe dei rifiuti organici degli astronauti. Ossigeno e idrogeno per alimentare centinaia di motori Merlin e spingere piccoli asteroidi di metalli e di ghiaccio fino a noi o attorno alla luna. Merlin, il propulsore di SpaceX, ha il nome del mago di Camelot …
Mi vien da ridere quando leggo  del turismo che si svilupperebbe subito a seguito dell’intervento dell’industria privata nello spazio. Forse mi sbaglierò ma Elon Musk non avrà tempo per i turisti. Avrà invece tempo per stormi di giovani competenti e bravi che vorranno lavorare assieme a lui, sulla terra o altrove. Allora, finalmente, vedremo nascere una bella ruota spaziale, con gravità indotta per forza centrifuga, che consentirebbe di vivere e lavorare senza la micidiale assenza di peso. In quella ruota potrebbe prosperare anche un piccolo hotel.
La prestigiosa rivista Forbes esce con un articolo dedicato ai 15 sogni di studenti a bordo della navicella Dragon. Sono prevalentemente esperimenti sugli effetti dell’assenza di peso nella biologia da allestire nella stazione spaziale. Uno è curioso perché riguarda i lieviti e la produzione del vino nello spazio.
120527 Daniele Leoni

SpaceX  official web site

Private Capsule Arrives at Space Station in Historic First

Elon Musk On The Biggest Week Of His Life

Vola verso il cielo la prima capsula privata. Per i viaggi spaziali si apre una nuova era.

Il video dello staff che applaude

martedì 22 maggio 2012

Rifiuti: Parma come Napoli?


Rendering del termo-valorizzatore di Parma in costruzione.
Il segnale dello sfascio a Parma si chiama rifiuti. Ignoranti come capre, i seguaci del neo-sindaco Pizzarotti, vogliono bloccare il cantiere del nuovo termo-valorizzatore e tornare alle discariche. Perché? Prima di tutto per imbecillità, imbecillità che ha contagiato anche qualche esponente del PdL, contro, pur di dar contro alla sinistra. Poi per ignoranza ed ecologismo idiota. Troppo idiota perché sia ignoranza genuina. Ignoranza idiota e sorda alle rassicurazioni degli oncologi, come Veronesi, che escludono danni alla salute purché la combustione avvenga alle giuste temperature i fumi siano trattati. Tutto fa pensare alle organizzazioni anti-italiane e anti-europee che, dai tempi dell’assassinio di Enrico Mattei, finanziano tutto ciò che destabilizza lo sviluppo. Finanziano il terrorismo e gli attori mascherati da capipopolo. Finanziano gli affabulatori capaci di trascinare la folla con le più stravaganti corbellerie! Anche Parma vuole esportare i rifiuti sullo stile di Napoli? Oppure vuole inquinare con montagne puzzolenti che, per evitare che diventino ricettacolo di ratti e insetti, sono quotidianamente irrorate con pesticidi? 120522 Daniele Leoni

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mercoledì 9 maggio 2012

Piuttosto che ladri e buffoni, è mille volte meglio Vladimir Putin.

Guerra: foto scattata in Vietnam
La posta in gioco è il ritorno o meno al medioevo oppure lo scoppio di una guerra planetaria, che storicamente fu sempre la valvola di sfogo estrema delle crisi irreversibili. Davanti a noi c'è il declino finale dei vecchi rituali economici, giuridici e politici. Prima di tutto il declino della democrazia, in cui il popolo sovrano sembra aver perso la bussola. In Italia è grottesco il successo elettorale di un comico professionista, come se l’alternativa fosse se essere governati dai buffoni piuttosto che dai ladri. Il faro americano non ci illumina più e Barack Obama, materializzazione del sogno di Martin Luther King, ha mostrato tutte le debolezze tragiche dei politici occidentali. Silvio Berlusconi è un grande uomo con grandi vizi, soprattutto quello dell’uso non sobrio della sua ricchezza. Capisco Pier Luigi Bersani quando lo manda a quel paese ma così facendo si getta la zappa sui piedi. Invece dovrebbe sfruttare questi vizi. Bersani dovrebbe condividere le idee di Berlusconi. Dovrebbe sostenere un Piano Energetico Nazionale credibile, il ponte di Messina, i termo-valorizzatori contro l’indecenza dell’esportazione dei nostri rifiuti. Dovrebbe proporre una manovra strategica per l’edilizia sul modello berlusconiano. Dovrebbe castigare i fannulloni della pubblica amministrazione cento volte meglio di Renato Brunetta, perché cento volte maggiori sono le ragioni della sinistra! Mettere al bando i delinquenti che hanno scelto la Valle Susa come teatro del loro vandalismo e cacciare dal PD chi li sostiene. Dovrebbe, Bersani, valorizzare la figura di Palmiro Togliatti, seguirne l’esempio. Togliatti fu grande al Governo e, dopo il 48, fu un grande capo dell’opposizione. Fu padre della Patria e ispiratore dello sviluppo industriale italiano, assieme ad Alcide De Gasperi e ad Amintore Fanfani. Nel frattempo possiamo solo fare il tifo per Putin. Chissà che non salvi l’occidente assieme alla giovane democrazia russa, vaccinata da oltre settant’anni di comunismo!

Daniele Leoni, Bagnacavallo (RA)

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