giovedì 26 luglio 2018

AUTOPILOTA FCA

Evoluzione  dell'Autopilota secondo Sergio Marchionne
Fu il ticchettio della macchina per scrivere che fece da contrappunto alla storia meravigliosa di Adriano Olivetti che, da Ivrea, negli anni Cinquanta, conquistò la leadership del mercato mondiale dell’office automation, portando la sua fabbrica ad impegnare 32mila persone. Fu primo, per efficienza produttiva e per qualità della vita dei suoi dipendenti, qualità che si trasferiva, come per magia, nella qualità del prodotto. Un margine primario enorme gli dava la possibilità di fare enormi investimenti. Partì con una piccola industria che, in poco più di dieci anni, diventò immensa. Adriano Olivetti fece il miracolo industriale con la macchina per scrivere meccanica Lettera 22 e con la calcolatrice meccanica Divisumma, pronto a fare il balzo verso l'elettronica, i grandi calcolatori e i personal computer. Il rombo dei motori, dalla Panda alla Jeep alla Ferrari, hanno fatto da contrappunto alla rinascita italo-americana di FIAT e CHRYSLER, sessant'anni dopo il miracolo di Ivrea. Sergio Marchionne ha fatto l'impossibile, trasformando due industrie vicine al fallimento in una società globale, robotizzando tutte le linee di produzione, azzerando il debito. Incrementando l'occupazione e raddoppiando la produzione. Come sessant'anni fa OLIVETTI, oggi FCA è pronta ad un balzo epocale, quello verso l'autotrasporto elettrico, la guida automatica e l'integrazione fra il trasporto privato e l'alta velocità del trasporto pubblico.

Il calcolatore a transistor Olivetti Elea 9003
Scenari nefasti da non ripetere.
Alla fabbrica di Ivrea il decisivo balzo epocale fu impedito a causa della morte di Adriano Olivetti. La decisione fatale, in Olivetti, fu quella di vendere l'intero settore elettronico all'americana General Electric vanificando la ledership mondiale sancita dal primo grande calcolatore a transistor OLIVETTI ELEA 9003. Il professor Valletta (presidente della Fiat e ispiratore del gruppo di intervento che, all’inizio del 1964, prese le redini dell’Olivetti) dichiarò: ”La società di Ivrea è strutturalmente solida e potrà superare senza grandi difficoltà il momento critico. Sul suo futuro pende però una minaccia, un neo da estirpare: l’essersi inserita nel settore elettronico, per il quale occorrono investimenti che nessuna azienda italiana può affrontare”. Qualche mese dopo ci fu la vendita perché Olivetti si concentrasse esclusivamente nel settore delle macchine per scrivere e delle calcolatrici meccaniche. ”La cessione della divisione elettronica Olivetti maturò in tragica e assurda coincidenza con l’avvio della rivoluzione microelettronica mondiale, per la precisa determinazione dei poteri forti della finanza e dell’industria nazionale ad uccidere l’iniziativa, nella totale indifferenza delle forze politiche." scriverà Pier Giorgio Perotto, membro del gruppo di progettisti di ELEA 9003 e autore della Perottina, il primo personal computer, L'Olivetti P101, adottato dalla NASA per lo sbarco sulla luna ne 1969. " Venni confinato con qualche collaboratore in un piccolo laboratorio di Milano, in territorio ormai della G.E., perché se agli americani ero inviso, il clima ad Ivrea, tempio della meccanica, non era molto migliore. Ma questa volta il gruppo di intervento, che aveva puntato tutto sul rilancio della meccanica, fu davvero sfortunato, perché una piccola grande idea germogliò inaspettatamente nel mio laboratorio: quella del computer personale (anticipando di ben dieci anni i P.C. introdotti in America!).
La consolle dell'Olivetti Elea 9003
Non voglio qui raccontare le drammatiche vicende che portarono a questo risultato. Ma l’imbarazzo e l’indifferenza con cui il nuovo management accolse la notizia dell’imprevista epifania emersa dalle stive dell’azienda ebbero almeno il merito di portare a una timida ma positiva decisione: quella di esporre la nuova macchina, come puro modello dimostrativo, in una saletta riservata della mostra newyorchese" prosegue Perotto. " Quello che non fece la strategia, lo fece il complesso di colpa legato alla cessione dell’elettronica e la voglia di far vedere che la Olivetti, in fondo, si, qualcosa di esplorativo con l’elettronica, pur non credendoci, faceva ancora. Quello che successe alla fiera fu però straordinario e sconvolgente: il pubblico americano capì perfettamente quello che il management dell’azienda non aveva capito, ossia il valore rivoluzionario della ”Programma 101”; trattò con assoluta indifferenza i prodotti meccanici esposti in pompa magna e si assiepò nella saletta per vedere quello che il nuovo prodotto era in grado di fare. La stampa, specializzata e non, segno con i suoi articoli entusiastici il successo di una presentazione e di un evento non voluto. In pratica, il nuovo computer fu letteralmente risucchiato dal mercato: si può dire che non fu venduto, fu solo comprato! ” Però non ci fu nulla da fare. "Vennero inferte anche delle ferite alla nostra identità. Si decise, in quegli anni, di mandare al macero la biblioteca Olivetti. Si voleva cancellare la memoria di Adriano Olivetti” dichiarò qualche annoi Franco Ferrarotti. " ... perchè vi è una categoria di imprenditori e di manager, quelli che preferiscono manovrare il denaro piuttosto che pensare alla miglior produzione possibile, che sono allergici alla creatività del fare. Così si aggiunsero ai dictat internazionali anche forti resistenze interne."

Sergio Marchionne
Sergio Marchionne si era convertito all'auto elettrica.
Il 1 Giugno l'ad di Fca si era recato a Balocco per presentare la relazione di apertura del Capital Market Day. In quell'occasione ha illustrato il piano industriale che, entro il 2022, dovrebbe sancire la rivoluzione tecnologica composta dall’elettrificazione dei motori e dall’autonomous driving. "L’elettrificazione costituisce il primo pilastro dell’edificio della nuova FCA. Sul versante industriale, l’obiettivo è quello di investire 45 miliardi di euro in tutto nei prossimi cinque anni: 9 miliardi sull’elettrificazione e 13,5 miliardi di euro nel rinnovo della gamma." In gennaio, al Salone di Detroit, aveva detto: " "Se qualcuno fa una supercar elettrica, la Ferrari sarà la prima: la faremo, è un atto dovuto. E sarà la più veloce sul mercato". E ancora: "Entro il 2025 “meno della metà” delle auto prodotte al mondo sarà totalmente a benzina o diesel, lasciando strada ai motori ibridi ed elettrici e le case automobilistiche hanno meno di un decennio per reinventarsi se non vogliono essere cancellate dai cambiamenti". Nelle dichiarazioni dopo la scomparsa di Marchionne non ho sentito la stessa convinzione nonostante la continuità dichiarata dal novo AD Mike Manley, la disponibilità del Governo (Luigi Di Maio) a fare investimenti pubblici per favorire l'automotive elettrico in un contesto d'integrazione fra trasporto pubblico e privato. Nonostante che la Giunta Comunale di Torino abbia approvato un protocollo d’intesa che vedrà Città e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti collaborare per fare di Torino un laboratorio dove testare l’auto autonoma, mettendo a disposizione servizi innovativi strade e infrastrutture cittadine. In un contesto dove l'auto a guida autonoma si integra perfettamente con l'auto elettrica, con il car sharing, progetti di riconversione dei sistemi di approvvigionamento, produzione, accumulazione, utilizzo del''energia con emissioni zero.

Una stazione di servizio per auto elettriche della Tesla
Una trasformazione nell'economia dell'autoptraspoto, e non solo.
Una cosa è certa: quella della transizione verso le auto elettriche sarà una rivoluzione planetaria paragonabile a quella dell'elettronica nel settore dell'automazione dell'ufficio. Una rivoluzione nelle tecniche produttive perché il motore elettrico è più efficiente, leggero, manutenibile, semplice e versatile del motore a scoppio. Una rivoluzione nel campo dell'energia perché le nuove batterie, che erediteremo dall'esplosione del numero degli smartphone, oltre ad alimentare le automobili serviranno da stabilizzatori delle reti elettriche e faciliteranno l'utilizzo delle fonti rinnovabili intermittenti come il solare fotovoltaico (i progetti di Tesla e Nokya ci dovrebbero illuminare). Una rivoluzione per la riduzione drastica dell'inquinamento e per l'efficienza energetica: il freno motore recupera l'energia e ricarica le batterie; le batterie delle automobili, collegate alla rete elettrica in garage, potranno essere utilizzate dalla rete elettrica come riserve, in casi di emergenza. Una rivoluzione nell'indotto della manutenzione perché la meccanica dell'auto elettrica è radicalmente diversa: scompariranno cilindri, pistoni, valvole, alberi di trasmissione, differenziali, cambi ecc. Ogni ruota avrà il suo motore e la spinta/frenata sarà sincronizzata elettronicamente. Una rivoluzione nell'utilizzo perché la guida autonoma con autopilota aprirà possibilità incredibili nel campo dell'utilizzo del mezzo, trasformando radicalmente tutte le attività che oggi prevedono un guidatore umano. Le automobili saranno prevalentemente condivise e non in proprietà. Circoleranno per rispondere alla chiamata degli utenti e sosteranno in parcheggi temporanei (sosta breve) oppure in grandi parcheggi organizzati come i magazzini a Amazon, secondo la logica del percorso più breve. Sarà più facile l'integrazione dell'automobile con il trasporto pubblico veloce (tunnel metropolitani o interurbani) dove corrono navette porta automobile. Le navette porta-automobili potranno anche correre, a velocità supersonica, in sistemi Hyperloop oppure, più semplicemente, in treni ad alta velocità. Una volta arrivate a destinazione potranno essere lasciate alla rete pubblica che provvederà a smistarle ad altri utenti.

Slitta porta automobile per tunnel metropolitano
Una nuova organizzazione del lavoro, forse la più radicale.
Non ci saranno più vigili urbani ma esperti nella gestione e nella programmazione dei flussi di traffico. L'intelligenza artificiale avrà un grande ruolo nella gestione. La getione avrà un must: ridurre gli incidenti stradali a numeri prossimi allo zero. Oggi più di un milione di persone perde la vita, ogni anno, per incidenti stradali. Senza contare lo stress nelle code, l'ansia di trovare un parcheggio, la perdita di tempo al volante. Tempo che si potrebbe dedicare al lavoro o al relax, magari con un bel libro o per fare conversazione. Non più autovelox, etilometri, multe, decurtazione di punti dalla patente.

L'industria petrolifera sarà contro ma, questa volta, non dobbiamo mollare.
Sergio Marchionne, alla fine, aveva capito tutto questo anche se, per anni, era stato un sostenitore convinto dei sistemi di autotrazione tradizionale. La fatalità l'ha escluso dalla gara. C'è d'augurarsi che la nuova FCA non voglia seguire le orme di Valletta che, nel 1964, convinse gli eredi di Adriano Olivetti ad disfarsi dei neonati calcolatori elettronici seguendo il destino delle calcolatrici meccaniche. I petrolieri faranno l'impossibile per impedire l'evoluzione ormai inevitabile. Trascineranno con loro alcune vittime. Speriamo che FCA resista.
180726 Daniele Leoni

mercoledì 11 luglio 2018

Il sole in bottiglia

Lo scorso 7 Aprile 2018, Roberto Cingolani , vulcanico Direttore Scientifico dell' Istituto Italiano di Tecnologia, ha fatto il primo intervento della giornata di studio Sum02, la Leopoda del Movimento 5 Stelle, in memoria di Gianroberto Casaleggio. Non ha parlato di politica ma di scienza e di futuro. E' stato un intervento molto bello, pieno di idee suggestive e di ottimismo. Un intervento che ha influenzato tutta la giornata. Una giornata notevole e stimolante come la Leopolda di Matteo Renzi. E' disponibile il video integrale su Youtube, sia del singolo intervento che dell'intera giornata.

Roberto Cingolani Drettore Scientifico IIT
Un secondo tipo di scienza.
Ad un certo punto Cingolani ha detto: " Fra cento, duecento anni andremo via dalla Terra. Quindi, oltre alla scienza per rimanere sul nostro pianeta in salute, ce ne sarà un'altra che ci consentirà di andare via. E' questo secondo tipo di scienza che bisogna assolutamente supportare perché è inerente al nomadismo della specie umana." Poi ha abbandonato l'argomento per lanciarsi sulle affascinanti dissertazioni relative al genoma umano, le nuove frontiere della medicina, l'intelligenza artificiale e la robotica. Dissertazioni tutte centrate sulla prima faccia della medaglia, cioè la scienza che ci consentirà di rimanere nel nostro pianeta, in salute, nonostante l'esplosione demografica. Rimanere per gli anni sufficienti a che la tecnologia ci apra la strada verso la colonizzazione dello spazio cosmico. Nessuno degli interventi successivi ha ripreso il tema dell'esodo. Non un commento della stampa nei giorni seguenti. E' come se l'umanità, dopo aver inventato miti per millenni, azzardato ipotesi fantasiose perché voleva regalarsi un sogno, ora che finalmente ha la possibilità di uscire dalla culla, ch'è in grado di muovere i primi passi oltre l'atmosfera del pianeta dov'è nata, sia ora vittima di un eccesso di prudenza. La comunità scientifica si comporta come se dovesse violare un tabù!

Smart City . Rappresentazione artistica
la crescita felice.
Ho rivisto il video "Gaia - The future of politics" che, dopo nove anni dalla pubblicazione, non sembra proprio farina del sacco di Gianroberto Casaleggio. E' un messaggio angosciante, compreso il sottofondo musicale. Siccome venne presentato come video sperimentale e provocatorio, penso proprio che quell'esperimento non sia riuscito. Meglio Sum02, con il suo messaggio positivo e fiducioso sul futuro. Gli interventi sono tutti tesi verso un buon futuro, fatto di ricerca e di sintesi. Così il capitolo dell'energia insiste sulla rete dove i produttori di elettricità saranno anche gli stessi consumatori, dove ogni casa sarà una piccola centrale fotovoltaica, con i pannelli sul tetto e le nuove batterie per l'accumulo (della Tesla?) nel garage, che sopperiranno quando il sole non c'è. Non solo: pannelli e batterie saranno collegati anche in rete per mettere a disposizione il surplus, sia di generazione che di capacità di accumulo. Batterie pronte a fornire l'alto amperaggio per ricaricare in pochi minuti l'automobile elettrica del parco condiviso "Car Sharing". E guarda caso, quando la batteria dell'automobile è attaccata alla presa di ricarica, anche quella batteria può far parte della rete elettrica condivisa da cui la rete può prelevare in caso di criticità. Qualcuno potrebbe dire che l'architettura necessaria è troppo complessa! Troppo complessa? Basta progettare le giuste centraline perché tengano i componenti della rete in equilibrio, gestiscano le priorità e li tengano a disopra di una soglia minima di efficienza. In questo modo sarebbero ridotti drasticamente gli sprechi. Non dovremo ricorrere alla decrescita ma potremo, secondo natura, continuare a crescere.

L'assurdo del problema idrico.
Il nostro pianeta è coperto d'acqua per il 71%. Qualcuno potrebbe dire che l'acqua del mare è salata e noi abbiamo bisogno d'acqua dolce. Oggi, con una membrana porosa dotata di particelle nanofotoniche in fondo a un contenitore trasparente (70x25 cm.), è possibile dissalare sei litri d'acqua ogni ora, quando c'è il sole. Con i nuovi materiali il problema idrico è completamente risolto, basta volerlo. Era possibile anche prima: Israele, che ha trasformato in giardino il suo pezzo di deserto, è li, davanti ai nostri occhi, a dimostrarlo. Oggi è molto più facile. La stessa cosa si potrebbe dire per la depurazione delle acque inquinate. La plastica biodegradabile è facile da produrre perché possa rimpiazzare tutta la plastica nociva. Il metodo per ripulire la poltiglia di plastica che deturpa gli oceani esiste usando milioni di contenitori robotizzati e un po' d'organizzazione. L'importante destinare all'inceneritore tutto ciò che non è biodegradabile. All'inceneritore o ad un riciclo che non faccia finire di nuovo in mare la plastica. Le discariche vanno abolite. Gli inerti vanno tutti separati e riutilizzati. E gli inceneritori vanno dotati di filtri e altri sistemi di abbattimento che riducano a zero l'impatto ambientale. Le tecnologie oggi ci sono! E la CO2? Se si ripuliscono gli oceani dando respiro al fitoplancton, se si ripristinano gli alberi in una logica di biodiversità agricola, di equilibrio idro-geologico e in funzione del verde urbano, c'è la fotosintesi clorofilliana, che funziona sulla Terra fin dalle prime forme di vita (è più antica di quanto si pensava). Ovviamente i combustibili fossili vanno dismessi. Rimane da vedere se è meglio utilizzare ancora il metano perché è il risultato di un'attività geologica (non fossile). Se non si brucia, fuoriesce incombusto in atmosfera con un effetto serra venti volte quello della CO2. Il metano che gorgoglia nei fondali marini si deposita sul fondo come clatrato idrato.

L'illuminismo di Steven Pinker secondo il Wall Street Journal
Eppur bisogna andare.
Tutte le vecchie dottrine politiche sono crollate. Giustamente crollate perché diventate sterili. Ciò che rimane è la prevalenza del buon senso, e non è poco. L'unico problema che la tecnologia non può risolvere è l'aumento della popolazione. Il buon Gianroberto fece una buttata, nel video Gaia, che fece parecchio incazzare: "... nel 2020, con la terza guerra mondiale, la popolazione crollerà a un miliardo di abitanti!" Meglio Sum02, che ha un altro modo di far tornare i conti, cioè dando per acquisito l'incremento della popolazione. Lo potremo rallentare un po' questo incremento. Ma, alla fine, dovremo seguire il più nobile degli istinti dell'Homo Sapiens, quello che lo ha portato dagli alberi alla savana, dall'Africa al resto del pianeta. Caro Roberto Cingolani, dobbiamo avere coraggio! I nostri amici del PD sono riusciti a litigare perché L'ENEA ha assegnato al centro di Frascati la parte italiana delle attività per lo sviluppo di ITER, il progetto mondiale per la fusione nucleare. Secondo Fabiano Amati, avvocato, brindisino, già assessore regionale ai Lavori pubblici e attuale presidente della Commissione regionale bilancio Puglia, si doveva fare a Brindisi. Interessante questa polemica, a rovescio. Una novità per l'Italia che ha assassinato la propria industria nucleare, nella quale eravamo i primi nel mondo. Interessante perché è l'ennesima dimostrazione che la fiaccola dell'illuminismo nostrano, quello di Steven Pinker, non è ancora spenta. Abbiamo fatto un gran esercizio di utilizzo razionale del sole per la nostra rete elettrica terrena. Ma non si siamo dimenticati che, per conquistare la fascia degli asteroidi dove estrarre le materie prime per la futura società interplanetaria, ci vuole il sole in bottiglia. Un sole in bottiglia da portarsi dietro sempre e comunque oltre l'orbita di Giove. Nella mia maniacale ricerca dei riscontri navigando in Internet, per capire meglio e scansare le fake news, mi sono imbattuto in una piccola industria canadese. E' la General Fusion, vicino a Vancouver. Il reattore di General Fusion funziona grosso modo come un motore diesel. In un veicolo diesel, l'aria viene compressa nella camera da un pistone. Il carburante viene quindi iniettato nella camera e, quando incontra l'aria altamente pressurizzata, si accende. Quando il carburante brucia e si espande, spinge indietro il pistone. Il reattore dei canadesi funziona in modo simile. L'idrogeno gassoso viene riscaldato a temperature molto elevate e viene iniettato in una camera. Il metallo liquido circonda il plasma ed è compresso da centinaia di pistoni. Quella compressione spinge il plasma in condizioni di fusione, riscaldando il metallo liquido attorno ad esso. Il calore viene quindi utilizzato per produrre elettricità. Sono cinquanta persone e sono molto avanti. Come spesso à successo nella storia della scienza potrebbero sorprenderci. Mi ricordo, negli anni 80, il mio BBS (Bulletin Board System) che consentiva il collegamento e la condivisione dati con altri BBS via modem, facendo un numero telefonico seguito da una stringa AT. Tutti gli altri usavano il fax. Secondo me il fax era una strumento stupido. La trasmissione dati via BBS era molto più intelligente. Però col fax la comunicazione era istantanea e planetaria e, dopo un paio d'anni, il fax ce l'avevano tutti, anch'io. Internet sarebbe nata dieci anni dopo e i BBS lo usavano solo gli smanettoni. I canadesi della General Fusion stanno facendo il fax della fusione nucleare. Si accettano scommesse.
180611 Daniele Leoni