sabato 25 giugno 2011

Avventure di fine millennio: Cosa c’entrano gli scavi di Pompei coi rifiuti?

Pompei. Villa dei Misteri e l'iniziazione ai Misteri Dionisiaci.
Anch’io ho avuto una piccola esperienza di che cosa sia Napoli e di come ragionano i napoletani. Poco più
di dieci anni fa, ebbi l’avventura di occuparmi della informatizzazione dei biglietti, del controllo accessi e dell’organizzazione delle visite guidate all’area archeologica di Pompei. Il sovrintendente era il professor  Pietro Giovanni Guzzo, un’autorità nel settore, un uomo di specchiata onestà. Era stato appena incaricato dal Ministro del duro compito di mettere ordine in quel guazzabuglio dell’archeologia napoletana, di Pompei in particolare. Mi accolse a braccia aperte, il Professor Guzzo, pieno di speranza. Mi raccontò del disastro nel quale doveva operare e che non aveva nemmeno idea di quanti fossero i suoi dipendenti, delle mansioni a loro assegnate. All’ingresso dell’area archeologica di Pompei facevano bella mostra due moderne cabine in vetro e acciaio, con due tornelli, di quelli per regolare l’accesso del pubblico. Le cabine erano vuote e i tornelli giravano liberi, senza alcun meccanismo di gestione. Chiesi spiegazione. Mi risposero che avevano acquistato e installato l’hardware, ma dovevamo ancora provvedere al software di controllo. Assieme a me c’erano anche due dirigenti napoletani di Telecom perché, quell'offerta, la facevo in associazione di impresa con Telecom Italia. La prima cosa che provai a verificare furono le canalizzazioni per  i cavi della trasmissione dati all’interno dell’area archeologica, che dovevano esistere poiché era un lavoro che risultava già fatto e pagato. Ma la risposta fu molto evasiva e lo sguardo dei miei accompagnatori era eloquente. Poi controllai la stanza dove erano stati installati i calcolatori.  Ci guidava una signora che doveva essere una grande esperta nell’arte dell’intorto. La buona donna disse che li dentro c’era il loro “cervellone”. Era una bella stanza, con aria condizionata. C’era un tavolo su cui campeggiavano due personal computer IBM, un quadro elettrico e un piccolo “monolite” grigio con ruote, appoggiato al pavimento. Un cavo elettrico collegava il “monolite” al quadro e una ventola ronzava. Accesi uno dei personal computer. C'era il sistema operativo Ms Dos, 640 kilobyte di Ram, disco da pochi megabyte. E basta. Mi avvicinai per esaminare il “monolite”. Nessun cavo di collegamento. Solo il cavo di alimentazione. Nessuna porta per i dati. Guardai le persone Telecom che mi accompagnavano: il loro sguardo confermava il mio sospetto: era un cabinet vuoto con ventola!
Pompei. Il piccolo lupanare. Affresco.
Tornammo, mogi mogi, dal sovrintendete. Spiegai al professor Guzzo che erano stati truffati  e che il loro sistema di controllo accessi non esisteva. Era il classico pacco napoletano. Nessun software poteva essere installato in quell’accozzaglia di carabattole: conveniva esaminare una soluzione, ex novo, con costi molto maggiori di quanto inizialmente ipotizzato. Un caloroso saluto, la promessa reciproca di rivederci presto. Una sensazione di impotenza aleggiava nell’ambiente strano di Villa dei Misteri, come se lo stile napoletano fosse più distruttivo dell’eruzione del Vesuvio che l‘aveva sepolta per quasi due millenni. Nella riunione con Telecom, un’ora dopo, prevalse la decisione di rinunciare perché era impossibile regolarizzare una gestione, basata sul malaffare, che però era la principale fonte di reddito dei 25 mila abitanti del Comune di Pompei. Io non ero tanto convinto, anche perché volevo dare una mano a quel galantuomo del professor Guzzo, ma i miei soci furono irremovibili. Avrei potuto proseguire con l’offerta anche da solo ma, sinceramente, non mi azzardai a sfidare la camorra senza un partner di rilievo, operante  nel napoletano, partner che non riuscii a trovare.
Bologna, Granarolo, Quarto Inferiore - Termovalorizzatore del Frullo
 Ripenso ogni tanto a quella vicenda e la collego alla storia infinita dei rifiuti che invadono le strade. Mi chiedo, a distanza di undici anni da allora, se sia cambiato qualche cosa. Ma sono sicuro che non è cambiato nulla. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata. Ho il sospetto che l’avversione dei napoletani nei confronti dei termo-valorizzatori abbia una motivazione sottile. Più sottile della preoccupazione per le polveri sottili e la presunta loro minaccia alla salute. Il fatto è che, bruciando i rifiuti in un ambiente protetto come un termo-valorizzatore, dall’analisi dei fumi, che obbligatoriamente debbono essere monitorati 24 ore su 24, si scopre subito se si sta bruciando qualche cosa di tossico. Mentre, se si finge di fare la raccolta differenziata senza incenerire niente, il grosso dei rifiuti va a finire in discarica dove si possono nascondere tutti i veleni, debitamente confezionati per non essere scoperti, se non dopo decenni. Così i trafficanti di rifiuti velenosi possono continuare tranquillamente a fare la loro attività assassina e seppellire, nel napoletano, il loro carico di morte. Costruire velocemente i termo-valorizzatori in Campania sarebbe come mettere un sistema di controllo accessi efficiente nella zona archeologica di Pompei, che farebbe emergere immediatamente l’incasso, creerebbe le condizioni di maggiore efficienza e maggior risultato economico, con soddisfazione del pubblico. Ma, in quel caso, sarebbe impossibile, per i pochi boss della camorra, continuare indisturbati con i profitti in nero e con il foraggiamento di eserciti di affiliati.
La raccolta differenziata dei rifiuti presuppone un ciclo dove la parte riciclabile va riciclata e la parte non riciclabile va incenerita a temperature sufficientemente alte da non produrre diossine. Se si mandano all’inceneritore rifluiti industriali altamente tossici o radioattivi, scattano immediatamente i sistemi di allarme. Quei rifiuti speciali dovranno essere smaltiti in impianti speciali. Ma ci saranno solo quelli, a parte le ceneri inerti della combustione. Le ceneri inerti potranno essere utilizzate, a loro volta, in edilizia o nella pavimentazione stradale. Se la raccolta differenziata funziona solo in parte, gli impianti di separazione meccanica potranno dividere ciò che resta fra la parte inceneribile, gli inerti, i metalli e i veleni. Solo i veleni andranno smaltiti, sapendo bene che di veleni si tratta.
Rogo di immondizie a Napoli.
 In conclusione: chi fa la battaglia contro i termo-valorizzatori ha qualche cosa da nascondere sotto terra. Che, sotto terra, si comporterà come una bomba a tempo, finendo per avvelenare le falde e il suolo.
A Bologna, la città del povero sovrintendente Guzzo, la discarica è da tempo chiusa e un moderno impianto gestisce la parte indifferenziata separata dai veleni, producendo ceneri inerti, calore ed elettricità. Il rifiuto organico va agli impianti di compostaggio, ma guai se qualche pila alcalina o al litio finisce nel compost  che, invece di concimare, farebbe morire le piante. La plastica, il vetro, la carta, i metalli, perfino il tetrapak, separati, vanno agli appositi impianti di riciclo, ma guai se si inseriscono oggetti estranei.  Tutto deve funzionare come un orologio svizzero altrimenti il ciclo si inceppa. E, nell’alto camino del termo-valorizzatore, i fumi, debitamente filtrati con i procedimenti più moderni, sono costantemente analizzati col  risultato visibile, su internet, in tempo reale. Così a Bologna, a Milano, a Brescia e un po’ in tutto il centro-nord.  Ho visto il progetto del nuovo termo-valorizzatore di Torino, integrato con la differenziata ed il riciclo: è un impianto ardito e potrebbe, tranquillamente, occuparsi anche dei rifiuti di Napoli. In Piemonte nessuno si azzarda a parlare separazione e riciclaggio senza incenerimento. In Piemonte tutti sanno, perché lo insegnano a scuola, che la plastica, non riciclata, va incenerita, altrimenti, prima o poi, finisce in mare a soffocare il plancton, ad uccidere i pesci e le balene.
A Napoli no, perché loro se ne fregano del mare, se ne fregano della falda. Loro mangiano babà e bevono acqua minerale.

venerdì 24 giugno 2011

Il futuro dell'uomo sulla terra e nello spazio - seconda parte

Lidia Bellavia conduttrice.
Ho partecipato, venerdì 24 Giugno, a una diretta radiofonica, condotta da Lidia Bellavia, in onda a RadioMid da Palermo. Il tema era l'uomo, la sua evoluzione sulla terra, il suo rapporto con la terra e con lo spazio cosmico. 
E' un discorso lungo, pieno di implicazioni culturali, sociali ed economiche. Il ragionamento mio e di Lidia è la continuazione di quello della diretta del 17 Giugno.

Questo è il link per ascoltare la mia diretta del 24 Giugno.

Questo è il link per ascoltare la mia diretta del  17 Giugno.

martedì 21 giugno 2011

Il nucleare garantirebbe sovranità energetica

Christian Corda
Intervista al prof. Corda.
Il nucleare serve al mondo. In Italia integrato con le rinnovabili garantirebbe sovranità energetica.
Christian Corda dopo aver ottenuto la laurea in Fisica nel 2001, nel 2003 ottiene la laurea specialistica in Scienze Fisiche e nel 2008 il dottorato di Ricerca in Fisica all’Università di Pisa. Oltre a scrivere articoli di giornale a fine scientifico divulgativo e aver partecipato a innumerevoli conferenze, oggi lavora come Professore Ordinario di Fisica Teorica nello statunitense "Institute for Basic Research", Palm Harbor.
Il 9 luglio ha partecipato alla conferenza 'Energia: le ragioni di una scelta' organizzata presso il polo universitario di Prato dal Blocco Studentesco Università.

Salve Prof. Corda, intanto la ringraziamo per essersi reso nuovamente disponibile.
Durante questo fine settimana gli italiani sono stati chiamati alle urne per votare un referendum che poneva quattro quesiti, tutti molto importanti.
Uno di questi riguardava l' "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare” e, ovviamente, con Lei vogliamo parlare di questo.
Come prima cosa vorrei chiederle come giudica un referendum che chiede un parere scientifico al popolo che, per ovvi motivi, non ha le basi per dare una valutazione oggettiva. Ha una qualche utilità o sarebbe stata più sensata una scelta operata da professori, ingegneri e tecnici?

La risposta non è semplice.
Premesso che quanto deliberato coi referendum dal Popolo Italiano ha il mio più totale rispetto, sarebbe stato, a mio modo di vedere, più corretto informare gli italiani sui motivi per cui si andava a votare.
La colpa più grave del governo è stata quella di non aver fatto una corretta informazione sul nucleare. Viceversa, il fronte anti-nucleare ha fatto una grande disinformazione attraverso guitti, cantanti e gente dello spettacolo, magari bravissimi nel loro mestiere, ma analfabeti totali dal punto di vista scientifico. Diciamo pertanto che il referendum sarebbe potuto essere uno strumento idoneo se ci fosse stata una corretta informazione scientifica e se fosse stato dato risalto al parere di professori, ingegneri e tecnici anziché a quello di guitti, cantanti e gente dello spettacolo.

Il fronte anti-nuclearista ha marciato pesantemente sulla tragedia di Fukushima. Cosa è veramente successo in Giappone?
Quali rischi si corre installando sul territorio centrali elettronucleari? In caso di incidente, quant'è alto il rischio legato alla radioattività?

Fukushima è stata strumentalizzata esattamente come un quarto di secolo fa venne strumentalizzata Chernobyl.
In Giappone il terremoto ha danneggiato una centrale nucleare obsoleta portando all'emissione di radiazioni.
Anche in questo caso la disinformazione l'ha fatta da padrone; nessuno infatti ha messo in risalto che:

a)ci sono stati migliaia di morti per il sisma e nessuna morte per le radiazioni;

b)in Giappone con una centrale nucleare in più ed una idroelettrica in meno sarebbero morte migliaia di persone in meno. Il terremoto ha distrutto una centrale idroelettrica facendo crollare una diga e distruggendo una cittadina di migliaia di persone, ma stranamente nessuno in Italia ha proposto un referendum per abrogare le centrali idroelettriche;

c)si trattava comunque di una centrale obsoleta e vecchia, e quindi con le centrali di ultima generazione non sarebbe sucesso niente di tutto ciò;

d)soprattutto, il Giappone non ha rinunciato al suo piano per il nucleare, anzi, proprio nei giorni scorsi ha dichiarato ufficialmente che l'energia nucleare resta essenziale e continuerà ad essere "uno dei quattro pilastri della nostra politica energetica".

Altro tallone d'Achille evidenziato prepotentemente è stato quello relativo alle scorie radioattive. E' un problema irrisolvibile o esistono soluzioni per lo smaltimento?

La verità è che statisticamente le scorie nucleari rappresentano meno dell' 1% dei rifiuti tossici mondiali (quelli chimici, altrettanto pericolosi ed in qualche caso anche più pericolosi, sono una percentuale molto più alta e non ne parla nessuno...) ed il 97% di questo 1% siamo in grado di riutilizzarlo.
Per ciò che rimane inutilizzato lo stoccaggio geologico garantisce sicurezza totale.
Chi alimenta lo spauracchio nucleare solitamente evita di sviluppare il dibattito su questioni che invece dovrebbero avere maggiore considerazione; mi riferisco alla disponibilità della materia prima, ai costi di costruzione e a quelli di smaltimento delle centrali.
Ci può illustrare la questione?

Il mondo ha disponibilità di uranio per molti secoli a venire.
Inoltre non dobbiamo scordare che, come suggerito da Carlo Rubbia, una materia prima potenzialmente utilizzabile è il torio, disponibile in buone quantità anche in Italia. L'India sta pianificando la produzione di energia nucleare sfruttando proprio dei giacimenti di torio perchè è più vantaggioso sia dal punto di vista della produzione energetica sia perchè le scorie residue rimangono radiattive per un tempo minore rispetto alle scorie di uranio.
Inoltre la grande speranza è giungere in futuro a realizzare la fusione nucleare, che, a differenza della fissione attuale, crea molti meno problemi ed è ben accetta anche da gran parte degli ambientalisti (l'energia solare è energia nucleare da fusione che è prodotta nel cuore della nostra stella).

Per quanto riguarda i costi, il raffronto va fatto con le altri fonti di energia. Negli ultimi anni le materie prime fossili come il petrolio hanno avuto un incremento di costo notevole in tutto il mondo. Più in generale, a differenza delle centrali termoelettriche, per le quali il costo di produzione è strettamente legato al costo del combustibile, le centrali nucleari hanno un costo di produzione che dipende parecchio dai costi di investimento. Ciò è dovuto alle dimensioni degli impianti, ai costi delle tecnologie coinvolte ed al fatto che il periodo di costruzione e più lungo rispetto alle centrali energetiche tradizionali. D'altra parte, anche se questi costi risultano più elevati di quelli associabili agli impianti alimentati con olio, carbone o gas, risultano notevolmente controbilanciati da una minore incidenza del prezzo della materia prima combustibile, che, in generale, proviene da aree geopolitiche più stabili di quelle degli idrocarburi. Sulla bilancia costi-ricavi va inoltre enfatizzato che le centrali nucleari, a differenza delle fonti fossili, ci danno scorte energetiche non di settimane ma di diversi anni.
Ora ci potrebbe evidenziare i motivi per cui secondo lei è necessaria e vantaggiosa questo tipo di energia?

Non è questione solo di vantaggi e di svantaggi: è un dato di fatto che su scala globale il mondo ha bisogno dell'energia nucleare. Le fonti fossili stanno diminuendo, la popolazione mondiale sta aumentando e le rinnovabili statisticamente da sole non bastano.
Dunque non abbiamo alternativa.
Non nego che il nucleare, come tutte le attività umane, abbia dei rischi, ma il gioco vale la candela.
Oltrettutto, secondo l'organizzazione mondiale della sanità i danni alla salute provocati dalle fonti fossili sono almeno 100 volte superiori a quelli provocati dal nucleare.
Un paragone che faccio sempre per spiegare la situazione è quello tra incidente aereo ed un incidente stradale: l'aereo è il mezzo più sicuro del mondo eppure quando avviene un incidente ne parla tutto il mondo.
Gli incidenti stradali hanno una mortalità di gran lunga superiore eppure, proprio per via della loro quotidianità, hanno meno risalto.
Nel paragone il nucleare è l'aereo, le fonti fossili sono le automobili.

Media e giornali affermano che nel mondo si sta abbandonando la pista nucleare, si sente di confermare questa notizia?

No.
Il fatto che il mondo stia dando, giustamente, un più ampio risalto alle rinnovabili non significa che stia abbandonando il nucleare.
Diciamo, citando una mia conoscenza, che il discorso sulle energie rinnovabili al momento va considerato parallelo a quello del nucleare e le due cose non necessariamente devono essere in contrasto tra loro.
Ricordo ancora che nonostante Fukushima il Giappone continua, ovviamente con maggiori cautele, col suo piano energetico sul nucleare. Và anche ricordato che l'Ucraina dopo Chernobyl ha costruito altre 9 centrali nucleari.
Il pessimismo italiano mi pare davvero esagerato.

Da quanto ci sta dicendo, deduco che le energie rinnovabili e l'energia nucleare vanno pensate come une l'integrazione dell'altra, e non come alternative.

Personalmente sono un grande estimatore delle energie rinnovabili, peccato che su scala globale non siano sufficienti per soddisfare il fabbisogno energetico; tra l'altro considero questo il solo vero grande limite di questo tipo di energie a fronte degli innumerevoli vantaggi.
Chi le sostiene come alternativa al nucleare fa, però, disinformazione.
Rinnovabili e nucleare vanno pensate come integrative.

In definitiva, secondo lei, su quale indirizzo dovrebbe essere concepito un piano razionale che garantisca al nostro paese sovranità energetica?

La formula magica si chiama "giusto mix".
Come già detto, sbaglia chi sostiene che le rinnovabili da sole possano garantire sovranità, come sbaglia anche sostiene che il nucleare possa essere la soluzione a tutti i problemi.
Io credo che, nonostante i referendum, il nucleare non debba essere completamente accantonato, in particolare la ricerca deve continuare, anche con la prospettiva di arrivare alla fusione.
Il nucleare serve al mondo, prima o poi anche il popolo italiano, se correttamente informato, cambierà idea.
Ho sentito molta gente che ha votato "si" sostenere che "In teoria non sono contrario al nucleare, solo che non mi fido dei nostri governi, indipendentemente dal colore".
Io invece penso che il nostro paese meriti una maggiore fiducia, questi discorsi sono deleteri per tutto il nostro popolo.

sabato 18 giugno 2011

Il futuro dell'uomo sulla terra e nello spazio - prima parte

Lidia Bellavia conduttrice.
Ho partecipato, venerdì 17 Giugno, a una diretta radiofonica, condotta da Lidia Bellavia, in onda a RadioMid da Palermo. Il tema era l'uomo, la sua evoluzione sulla terra, il suo rapporto con la terra e con lo spazio cosmico. E' un discorso lungo, pieno di implicazioni culturali e sociali ed economiche. Io e Lidia ci siamo ripromessi di continuare questo ragionamento anche nella diretta di Venerdì 24 Giugno.

Questo è il link per ascoltare la mia diretta del  17 Giugno.

martedì 14 giugno 2011

Il tabù del nucleare

Enrico Fermi
Il tabù più diffuso della nostra specie è quello dell’incesto. Ha un radicamento profondo nella tradizione e nella biologia umana. E’ un baluardo contro il decadimento e l’estinzione perché l’unione tra diversi rende improbabile la riproduzione di difetti ereditari mentre fratello e sorella possono generare un figlio menomato. I nostri nonni sapevano poco dei meccanismi genetici della riproduzione sessuata. Non avevano idea di come i gameti dei genitori si fondano nello zigote figlio. Nessuno aveva fatto loro l’esempio  del  colpo di pistola su due bersagli separati  e della estrema improbabilità che i due fori possano coincidere quando i bersagli verranno sovrapposti.  Invece se sparo un colpo di pistola su due bersagli allineati secondo la traiettoria del proiettile, i fori saranno coincidenti. Come fra fratello e sorella, madre e figlio, padre e figlia o nipote. Ma il tabù non ha bisogno di spiegazioni, è istintivo e basta. Così, da millenni, il sesso fra consanguinei è severamente vietato dalle regole morali e il castigo, per chi non ubbidirà alla regola, sarà un bambino deforme.
Fece indubbiamente una grande impressione a tutto il genere umano la bomba di Hiroshima. La città incenerita in un istante, gli abitanti evaporati e le loro ombre impresse nella pietra semifusa. Le malattie dei sopravvissuti trasmesse ai figli come se fossero stati i figli dell’incesto. Il popolo italiano ne fu particolarmente impressionato, forse perché aveva fatto parte dell’asse assieme a Germania e Giappone, forse perché un italiano, il Nobel per la fisica Enrico Fermi, partecipò alla progettazione della bomba. Fu lo stesso Enrico Fermi che domò il mostro atomico mettendogli le briglie con la fissione controllata nel reattore nucleare.  Così la scuola della fisica italiana, dall’Istituto di Via Panisperna a Los Alamos, produsse i suoi frutti lasciando solchi profondi nella storia dell’umanità. Altri italiani, prima di Enrico Fermi, affondarono l’aratro nella storia. Prima di lui, Guglielmo Marconi, con la Radio. E infine con il Radar, che consentì agli inglesi di sconfiggere Hitler!
Più della bomba deve aver fatto impressione, ad inglesi e americani, l’incredibile fucina di cervelli che era operativa nel nostro bel Paese. Questi italiani, musicisti e poeti, architetti e scultori ma anche ingegneri ed esploratori degli spazi sconfinati e della materia più intima, fino all’atomo. Un Paese pericoloso, l’Italia, capace di entusiasmarsi per una testa calda e grossolana come quella di Benito Mussolini, di scivolare in una guerra senza senso, a fianco di un pervertito come Adolf Hitler. Pronto a saltare, come se nulla fosse, nel carro del vincitore dimenticando le colpe gravi come la persecuzione degli ebrei e le leggi razziali! Pronti, come se nulla fosse, ad appendere in piazza, a testa in giù, il duce che avevano adorato, assieme alla sua donna (che orrore, nella patria del diritto, l’assassinio e lo scempio di Claretta, colpevole solo di aver amato il suo uomo …).
Questi italiani incredibili che, finita la guerra, nemmeno il tempo di leccarsi le ferite, fecero partire il missile della ricostruzione e dello sviluppo con chimica, siderurgia, elettronica, industria meccanica e delle armi. Enrico Mattei, disubbidiente, invece di mettere in liquidazione L’Agip come gli era stato ordinato, scavava pozzi di petrolio in giro per il mondo e faceva concorrenza alla sette sorelle. Felice Ippolito aveva costruito la filiera nucleare più avanzata, in grado di battere le multinazionali per competenza e per efficienza. Adriano Olivetti aveva messo all’angolo Big Blue (IBM) e, nella cantieristica, era partita la sfida delle autostrade: otto anni per la Milano-Roma , quattro corsie con gallerie e viadotti del tratto appenninico Bologna-Firenze! Negli anni 60 il mondo gridava Italia! Altro che Cina o Giappone! Quarta potenza industriale, meno di cinquanta milioni di persone, uno sputo di territorio in mezzo al mediterraneo, prevalentemente montuoso e sismico. Nessuna materia prima, tutta materia grigia!
In questo scenario prese forma una crociata anti-italiana. L’Unione Sovietica di Nikita Krusciov non poteva tollerare un mostro simile alla frontiera. A Dallas, nel novembre 1963, tirò le cuoia il presidente John Kennedy, vittima della stessa mano assassina che freddò il nostro Enrico Mattei, un anno prima. E gli stessi dollari, sporchi di sangue e di petrolio, assieme a parecchi rubli, finanziavano la persecuzione di Felice Ipplito, comunista, Presidente del CNEN. Finanziavano, i dollari e i rubli, l’azzeramento della fiorente industria nucleare italiana. Al Governo terminava l’era Fanfani e iniziava l’era Moro.
1964. il Presidente Segni inaugura l'Autostrada del Sole
Sono fermamente convinto che, in quegli anni, venne scientificamente progettato il tabù antinucleare, esattamente come un virus, capace di contagiare. Ci volle tempo, perché attecchisse, e parecchia disinformazione. Fu complice il declino, il successivo crollo dei regimi comunisti e la morte prematura di un grande leader: Palmiro Togliatti. I comunisti italiani, onesti e culturalmente progressisti, persero il loro capo e la loro autostima. Dopo Togliatti, a sinistra, si fece spazio il vuoto che, come ogni vuoto, tende ad essere riempito. E  fu riempito con l’opportunismo, la malafede e un sentimento anti-italiano.
Così, lentamente, quella sinistra che si era battuta per il progresso, con i lavoratori, contro gli sfruttatori e i parassiti, divenne lo scudo dei parassiti e dei fannulloni contro il progresso, contro l’innovazione. Il costruendo tabù antinucleare generò un fall-out anti-industriale, falsamente umanitario, perché foriero solo di miseria per la parte più debole della società. I ricchi, come dicevano i camorristi, se ne fottono se la falda viene inquinata: loro bevono acqua minerale!
Il leader politico Niky Vendola
Anni dopo, provò Bettino Craxi a raddrizzare il timone. Anche lui venne travolto.
Anche Berlusconi ci ha provato. Sta per essere travolto.
A scanso di equivoci, confermo la mia ammirazione per Palmiro Togliatti, che considero un grande padre della Patria!
Ma torniamo al tabù. Nel nono secolo dopo Cristo, i vichinghi colonizzarono la Groenlandia. Dopo poche centinaia di anni perirono e non ne rimase traccia, tranne i ruderi di una cattedrale. Jared Diamond , nel suo bellissimo saggio Collapse, racconta che fra i rifiuti della colonia vichinga non vennero trovate ossa di pesce. Era una cosa stranissima per un popolo che, tradizionalmente, si nutriva di pesce come alimento principale. E le coste groenlandesi erano eccezionalmente pescose!  Poi si capì che i vichinghi di Groenlandia avevano il tabù del pesce. 110614DanieleLeoni

venerdì 10 giugno 2011

Non andiamo a votare perchè i quesiti del referendum sono una truffa agli italiani!

Lidia Bellavia Conduttrice
Ho partecipato, venerdì 3 Giugno e Venerdì  10 Giugno, a due dirette radiofoniche, condotte da Lidia Bellavia, in onda a RadioMid da Palermo.
Nella puntata di Venerdì 3 Giugno I temi erano il premio Nobel per la pace all'isola e alla cittadinanza di Lampedusa e il tema dell'energia nucleare in Italia.
Nella puntata di Venerdì 10 Giugno  abbiamo parlato di cultura industriale in Italia. Abbiamo affrontato il tema del ponte sullo stretto di Messina e siamo tornati sull’energia nucleare, a ridosso del referendum. Il mio consiglio è stato di non andare a votare perché il referendum, per i quesiti e l’impostazione,  è una truffa ai cittadini italiani.

sabato 4 giugno 2011

Diretta Radiofonica a RadioMid di Palermo

Lidia Bellavia
Ho partecipato, venerdì 3 Giugno, a una diretta radiofonica, condotta da Lidia Bellavia, in onda da RadioMid di Palermo. I temi erano il premio Nobel per la pace all'isola e alla cittadinanza di Lampedusa e il tema dell'energia nucleare in italia.

Questo è il link per ascoltare il mio intervento.