domenica 9 ottobre 2011

Forza gnocca!

Il l'europarlamentare Pdl Licia Ronzulli
Eugenio Scalfari scrive oggi su Repubblica che “il Forza Gnocca berlusconiano non è una battuta ma un appello ai peggiori istinti che albergano in ciascuno di noi”. Io penso che Scalfari sia fuori di testa. Intendiamoci, è legittimo assimilare una battuta di spirito ad una manifestazione di qualunquismo. E’ questione di opinioni e laddove vi è libertà vi è anche libertà di opinione. Ma in questo caso, con le parole “peggiori istinti” s’è colmata la misura.
Io credevo che il peggiore istinto fosse la crudeltà che, di tanto in tanto emerge, ancora oggi, con prepotenza, in vaste zone del mondo. La crudeltà che ha purtroppo segnato la nostra storia tanto da far considerare l’uomo come la peggiore delle belve feroci. La crudeltà dei campi di sterminio, delle foibe, delle navi negriere che, attraverso l’oceano, perdevano oltre la metà del carico, dei migranti gettati in mare, delle bambine infibulate e dei giovani rapiti per espiantare gli organi. La crudeltà delle donne segregate, ammantate di nero, soffocate dal burga, sgozzate o lapidate in piazza perché si sono ribellate per non impazzire. I peggiori istinti furono quelli dell’inquisizione che torturava per estorcere la confessione e accendeva i roghi per bruciare le streghe, gli eretici. O semplicemente gli avversari del signore del momento, in politica o negli affari.
Il rogo in piazza si perde nella notte dei tempi e continua, ancora oggi, con varie manifestazioni folcloristiche di fine inverno dove viene bruciata, segata, squartata una vecchia di cartapesta.
- E’ una vecchia strega simulacro del freddo inverno e di tutti i mali del mondo - si giustifica la tradizione popolare! - Ridurla in cenere apre le porte alla primavera! –
Il “Sega la vecchia” è, infatti, un racconto, una sceneggiata, che vede i Cantori-Segatori attori di una vera e propria drammatizzazione imperniata alla necessità di “segare” la vecchia che, come recita il Capoccia “ce n’ha fatte tante” e perciò deve essere punita. A San Quirico d’Orcia (Siena) la storia è stata rivisitata con un lieto fine. In realtà la ”vecchia”, qui rappresentata dalla moglie del capoccia, è la Quaresima, la lunga notte invernale in attesa del richiamo della Primavera, la Resurrezione della natura. Il rituale vuole che la vecchia, prima di essere condotta a morte da parte dei segatori, segua una sorta di purificazione, il pentimento, e lasci Testamento alla presenza del Notaio. Dopo che lo Squadratore ha preso le misure e i Segantini si apprestano alla Segagione, d’improvviso il Figlio, già accondiscendente, si fa avanti ad invocare ed impedirne l’esecuzione. Dopo un tergiversare fra il figlio, il vecchio genitore (il capoccia), la Guardia di foreste, l’intervento del Dottore, la “vecchia” guarita, viene portata a “nuova vita”: una vera e propria Resurrezione della natura contro le avversità della cattiva stagione e le ristrettezze imposte dalle necessità del periodo quaresimale. A questo punto si apre lo Scenario verso la nuova vita, il figlio vuole sposarsi, il vecchio e la vecchia si abbracciano e ballano mentre il Prete impartisce la benedizione agli sposi. Si chiude la scena tra cori e balli in allegria.
E con la primavera, si sa, nascono i nuovi amori, quelli giovani e liberi. Salutari, inebrianti scopate senza bisogno di stordirsi con i superalcoolici o con la cocaina. Perché il sesso basta a se stesso, ti trasporta in un mondo di carezze e di piacere che stimola il corpo stesso a generare la chimica del viaggio-sogno. Ed è un viaggio in due, di un uomo e una donna, che possono essere anche avanti con gli anni, non importa. L’importante che siano giovani dentro!
Solo una donna e un uomo fanno la magia. Le varianti non sono contemplate anche per il fatto che non possono creare nuova vita.
Allora forza gnocca! Soprattutto se è un uomo a dirlo. Se è un uomo che ha tanti figli belli e sani e tanti nipoti. Se è un uomo che ha creato imprese, che ha dato lavoro a migliaia di giovani, che ha sostenuto migliaia di famiglie, che a loro volta hanno migliaia di bambini.
Silvio Berlusconi, dopo la battuta, è volato in Russia dall’amico Vladimir Putin alla festa di compleanno. Un viaggio privato. Un po’ di relax dopo i troppi veleni italiani. Gli auguro di cuore un bel flirt alla festa, con una donna affascinante e innamorata. Non parlerà di affari con Putin ma so che abbraccerà l’amico e gli trasmetterà, ancora una volta, simpatia.
Silvio e Vladimir, amici per la pelle.
La Russia è grande, la leadership al Governo solida e di prospettiva: è quello che ci vuole per una transizione sicura verso la democrazia liberale che il popolo russo merita, dopo ottant’anni di comunismo. Gli italiani amici di Silvio Berlusconi si faranno in quattro per aiutare il popolo russo a scalzare, ad uno ad uno, gli intriganti ancora attaccati alla vecchia nomenclatura sovietica che continuano, in Italia e in Russia, a gestire fette di economia, di potere e di malaffare.
Tu lo sai bene Eugenio Scalfari come lo sa bene il tuo degno compare Carlo De Benedetti. Tu lavori per una nuova stagione di oscurantismo, accomuni il sesso femminile ai peggiori istinti, e vorresti le donne col velo islamico! Sei il servo sciocco di quanti, col referendum nucleare, hanno condannato l’Italia al declino industriale. Vorresti i roghi in piazza ma dovrai fare i conti col metano russo dell’amico Putin, con i rivisitatori di San Quirico e con le donne orgogliose del loro sesso! Forza gnocca! 111009DanieleLeoni

mercoledì 5 ottobre 2011

Viva Wikipedia! Attento Silvio Berlusconi.

Attento Silvio Berlusconi! Attento ai falsi amici che si nascondono fra i tuoi alleati! Ricordati di quando ti battesti contro il monopolio radiotelevisivo e vincesti la battaglia con l’aiuto di Bettino Craxi. I tuoi amici non possono essere contro internet, contro i social network, contro wikipedia.
Lo voglio dire forte e chiaro. Da quando i social network sono diventati un fenomeno di massa, mi sento più libero. Libero anche di provare un certo fastidio nei confronti di tutti coloro che vorrebbero limitarli o immolarli sull’altare del rispetto della privacy. Certo, la libertà non comprende le ingiurie, le calunnie, il turpiloquio gratuito o l’istigazione a delinquere.
Marina, Presidente Fininvest e Mondadori
Questi sono reati già puniti dal codice penale indipendentemente dal mezzo utilizzato per compierli. Internet e i social network rendono più facili questi reati ma garantiscono anche un potentissimo strumento di difesa contro di essi. Tutti coloro che abbiano pazienza e intelligenza possono smentire e organizzare la smentita. L’accesso diffuso alla rete e la possibilità di comunicare gratuitamente per iscritto, in audio o in video fornisce a tutti noi uno strumento di una potenza inaudita. Mai nella storia dell’umanità abbiamo nemmeno immaginato di avere in mano mezzi così potenti. La parte debole della società ha strumenti potenti per comunicare col resto del mondo. Anche la parte creativa, emergente.
Ebbene, qualcuno mi spieghi che cosa c’entra la sacrosanta difesa da una banda di sciagurati che utilizzano le intercettazioni per colpire i diritti più elementari  e vogliono instaurare uno stato di polizia (le toghe rosse) con la pretesa di mettere il bavaglio ai blog.
Chi è stato quell’imbecille che ha inserito il comma 29, nel disegno di legge sulle intercettazioni? Per quali reconditi motivi lo ha fatto?
Sono i comunisti che odiano la rete, che detestano i social network e sognano una società di schiavi asserviti alle loro perversioni mentali. Sono i comunisti che sostengono che  "la pace è guerra, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza" come profetizzava George Orwell.
E’ Carlo de Bendetti il nemico naturale della rete, non Marina, Presidente di Fininvest e di Mondadori.
E’ Pierluigi Bersani con i suoi black block, contro l’alta velocità, contro il nucleare, contro il ponte di Messina, contro il progresso industriale e alleato dei fannulloni, dei parassiti e della peggiore Italia, che ha paura di Internet e dei Blog! 111005 Daniele Leoni

domenica 2 ottobre 2011

Brunetta e l'antimafia

Su, per una volta, facciamo tutti uno sforzo (quanto meno di onestà intellettuale) ed ammettiamo che la burocrazia è anch’essa causa del lento (per essere buoni) funzionamento della macchina statale. E riconosciamo pure che a nessuno – ma proprio a nessuno – piace perdere ore, se non giorni, impantanato negli uffici pubblici tra scartoffie che sanno solo di stantìo. E allora usciamo dal settario modo di pensare dettato dal becero “anti” a tutti i costi e diamo ragione a Renato Brunetta il quale (a differenza di quanto tentano di far credere gli avversari politici) non ha mai detto che il cd. certificato Antimafia è inutile e quindi deve essere abolito (chiaro il concetto, dottor Travaglio?).
L’opinione espressa dal ministro è stata, in sostanza, un’altra: «Una delle vitamine per la crescita è la semplificazione. Perché famiglie e imprese devono fornire certificati alla pubblica amministrazione che li ha già in casa?». In altri termini, perché costringere il cittadino a girare per gli uffici della Pubblica Amministrazione quando gli capita di avere a che fare con la stessa P.A.? Invece di trasformare il cittadino in un “fattorino” costretto a portare incartamenti da un ufficio all’altro dello stesso ente (appunto la Pubblica Amministrazione), siano gli uffici a scambiarsi i documenti necessari.
«Il certificato antimafia è indispensabile – ha ribadito Brunetta - ma è indispensabile che a procurarselo siano le pubbliche amministrazioni al loro interno, senza più vessare imprese e cittadini». Non è questione di “meno legalità per tutti” come banalmente hanno commentato autorevoli (?) membri dell’opposizione. Si tratta soltanto di alleggerire la posizione di imprenditori e comuni cittadini di fronte alla fagocitante burocrazia.
tratto da www.giustiziagiusta.info