mercoledì 30 maggio 2018

LA COERENZA LIQUIDA BATTE LA SINDROME DI BARABBA.

Sergio Mattarella riceve Luigi Di Maio
Purtroppo Giuseppe Conte non ha avuto il coraggio di osare. Non ha dimostrato sufficiente autonomia per accettare la correzione alla lista dei ministri richiesta dal Presidente della Repubblica, andare cioè al voto di fiducia con la compagine concordata meno un nome. Se l'avesse fatto probabilmente il suo Governo sarebbe passato nonostante le ire di Matteo Salvini (che poi, alla fine si sarebbe accomodato) e tutti oggi sarebbero al lavoro per realizzare l'ambizioso programma Lega e 5 Stelle. Eppure la Costituzione riconosce al Presidente incaricato questo ruolo come dà al Presidente della Repubblica la facoltà di interferire sulla lista dei ministri. In caso di mancata fiducia del parlamento il Governo sarebbe rimasto comunque in carica fino a nuove elezioni. Capisco Salvini che ha intravisto la possibilità di rompere sul nome di Paolo Savona, sventolando la bandiera anti Euro senza essere sottoposto alla prova di Governo, incassando così un maggiore consenso elettorale senza pagare pegno. Non capisco invece i 5 Stelle che da nuove elezioni hanno tutto da perdere mentre il loro terreno più favorevole è quello costruttivo e programmatico, forti del loro 34%. Beppe Grillo diventa filosofo. Mi ha favorevolmente impressionato l'evoluzione post elettorale di Beppe Grillo, con il suo nuovo blog pieno di riflessioni ad altissimo livello sui temi cruciali del nostro tempo. Confesso di non aver mai avuto grande simpatia per lui a causa della sua antica superficialità, della violenza del suo linguaggio, della impostazione anti tecnologica ed anti industriale delle sue rivendicazioni. Ma leggendo quello che oggi scrive (e che ospita nelle pagine di beppegrillo.it), ho trovato un uomo nuovo, non più comico, ma filosofo e fine pensatore visionario. Diversamente da quanto ha sempre fatto la sinistra, non ho trovato nel suo recente pensiero la vena luddista. Anzi, quando affronta i temi dell'ecologia e della sostenibilità, tende a privilegiare le soluzioni nelle quali l'uomo è attivo con i risultati delle ultime ricerche, dove i robot e l'intelligenza artificiale hanno un grande ruolo. Quando affronta i temi dell'occupazione non contrappone l'uomo alle macchine e tende ad immaginare una terra futura dove la felicità umana si realizza liberandosi dalla fatica. In un recente articolo, dove presenta il libro di Gilbert Welch Sovradiagnosi, affronta il problema degli eccessi del sistema sanitario a favore degli interessi dell'industria farmaceutica: lo affronta in modo asciutto, efficace ed equilibrato, senza eccessi. Ha dato spazio a SpaceX per i progetti spaziali, le idee di nuova mobilità sulla Terra con le auto elettriche a guida autonoma e Hyperloop. Ha affrontato, in modo corretto, il problema della spazzatura in orbita, e raccontato le novità dell'economia cinese ... Insomma, una bella evoluzione.

Matteo Salvini al Quirinale
I servizi Internet di Casaleggio. Incuriosito sono andato a visitare la piattaforma Internet Russeau della Casaleggio. Premetto che non sono moralista sul fatto che una società privata fornisca servizi ad una formazione politica e ne sia comproprietaria. Non lo sono per i 5 Stelle come per Forza Italia che si appoggia sulla Fininvest. È l'intreccio economico e sociale che cerca forme nuove per la politica. L'importante è che vengano rispettate le regole della trasparenza e dell'onestà. Ci vogliono però nuove regole, nuove garanzie che impediscano l'arbitrio e i soprusi. Ebbene debbo ammettere che l'architettura di Russeau è molto efficace, non è ingombrante e stimola la partecipazione. E' una cosa seria, ancora un po' rudimentale, suscettibile di evoluzioni. Lascia spazi di libertà. Rispetto al sistema Bob del PD è un altro mondo. Navigando in Russeau si sente l'eredità di Adriano Olivetti, la sua visione d'impresa, di movimento e di comunità.

Una possibile sintesi fuori dai vecchi schemi. Così mi sono convinto che, alla fine, i saggi criteri della democrazia rappresentativa e la flessibilità dettata dalla necessità del risultato potrebbero prevalere. Che il Governo Lega e 5 Stelle può essere molto positivo e benefico per l'Italia. Nelle nostre città è palpabile il malessere delle persone perbene per il dilagare della delinquenza, per l'arroganza di ospiti immigrati che non accettano la nostra cultura e pretendendo d'imporre la loro. Qui nasce il consenso per la Lega. Però le soluzioni prospettate dalla Lega contro questo fenomeno sono odiose e incivili. Non tiene conto che anche noi siamo stati un popolo di migranti e che l'immigrazione è necessaria per la nostra economia. La Lega è molto sensibile ai bisogni e ai meriti del ceto medio produttivo, all'efficienza nella pubblica amministrazione, all'eliminazione degli sprechi. I 5 Stelle vogliono invece una comunità di uguali, mettono in primo piano i diritti della parte debole e la sobrietà dei dirigenti pubblici e privati. Entrambi non hanno paura delle nuove tecnologie e vedono bene alleanze internazionali più aperte verso la Russia, Cina e i paesi amici del mondo arabo. Lega e 5 Stelle, se lavorano insieme con la voglia di produrre un buon risultato, elimineranno le incongruenze dei rispettivi programmi, smusseranno gli angoli per vincere la scommessa del salto di qualità del Sistema Paese. Potrebbero anche far scoccare la scintilla di una crescita potente dell'Italia e, con l'Italia, dell'Europa. L'evoluzione del comportamento di Luigi Di Maio e l'emergere dei più dialoganti nei 5 Stelle fanno ben sperare. Anche il Movimento può evolvere nel senso di quell'illuminismo sostenuto da Steven Pinker (Enlightenment Now), di cui anche Adriano Olivetti fu precursore ma vittima dei poteri forti dei primi anni 60, ben più feroci di quelli odierni.

Il romanzo ebook di Marco Colonna
Uomini in primo piano, algoritmi sullo sfondo, il trionfo della politica. I tre protagonisti umani dell'avventura politica di questi giorni, cioè Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Sergio Mattarella, ora campeggiano in primo piano. Campeggiano con tutte le loro incertezze, emozioni, passioni, risentimenti. Non abbiamo a che fare con cinici, freddi calcolatori ma con esseri umani immersi nella comunità dei loro simili, pronti ad assumersi il ruolo della leadership. Non abbiamo a che fare con condottieri di armate di ragazzi, carne da cannone da sacrificare in prima linea sotto i colpi dell'esercito nemico. L'esercito nemico non c'è ma ci sono sfide immani, comuni a sette miliardi di uomini e donne che, in un decennio, hanno azzerato le distanze e sono in comunicazione permanente. Prima del dilagare della comunicazione interattiva le prove d'errore impiegavano settimane o mesi per fornire il riscontro. Ora il riscontro c'è dopo poche ore, a volte pochi minuti. Se non fai la cosa giusta qualcuno, dall'altra parte del pianeta tuona: "Ci penseranno i mercati ad insegnare agli italiani come votare ...!". Gli algoritmi che regolano la finanza danno un giudizio istantaneo e bruciano tutto il denaro necessario per il reddito di cittadinanza, per la ricerca, per le imprese, per la salute. Allora qualcuno pensa di ritornare sui suoi passi perché continuare a sbagliare per coerenza è la cosa più stupida che c'è. La coerenza deve essere liquida, adattarsi gli eventi e alle necessità. Beppe Grillo, non più comico, non più arruffa-popolo ma saggio filosofo diffonde un video dove dice che ha incontrato il Mercato che è sull'orlo di una crisi di nervi: " E’, anche lui, un po’ avvilito, che deve sopperire a cose che non gli competono. Mi ha raccontato con somma nostalgia quando era il mercato vero, quello delle patate, della frutta e verdura; c’erano le patate euforiche quando il prezzo saliva, le cipolle che lacrimavano. Insomma, aveva quel mondo suo che gli è sfuggito e adesso parla come le persone! Il mercato oggi è lo pseudonimo del capitalismo più avvilente e di predazione che abbiamo in Italia." Poi scrive un articolo dove racconta il confronto fra interessi diversi combattuto con mezzi diversi dalla violenza, dopo avere denudato la casta che è l'obiettivo più importante: un paese che torna a porsi i temi che contano per il suo futuro. " ...ma il confronto proseguirà: questa è la politica, bellezze! In alto i cuori."

La bandiera italiana non è un simbolo di discordia. Il giovane Luigi Di Maio coglie il messaggio al volo e sotterra l'ascia di guerra. Il Presidente Mattarella torna ad essere un buon padre, i grillini riflettono e concludono che non abbiamo bisogno di un Barabba da salvare e di un Cristo da mettere in croce. Il 2 Giugno sarà la festa della Repubblica di tutti e il tricolore sventolerà nelle finestre, nei balconi e nelle piazze d'Italia a testimoniare che siamo un popolo con idee diverse ma siamo coscienti che questa diversità è la nostra ricchezza. Almeno spero ... 180530 Daniele Leoni

lunedì 14 maggio 2018

Il fattore umano

Beppe Grillo
L’elemento nuovo della politica italiana è l’accordo fra 5 Stelle e Lega per la formazione del Governo. E’ l’accordo fra un Luigi Di Maio, apparentemente ligio alla Casaleggio, vessillifero dei bisogni dei più deboli e un Matteo Salvini, apparentemente fedele alla coalizione di Centro Destra, con qualche punta xenofoba. Però entrambi i nostri protagonisti, dopo l’investitura ricevuta dalle elezioni, hanno subito dimostrato grande autonomia. Salvini ha sbandierato il suo neo eletto Senatore nero Toni Iwobi, responsabile del dipartimento immigrazione del Carroccio e Di Maio non ha insistito troppo sull’alleanza dei 5 Stelle col Partito Democratico. L’arbitro, cioè il Presidente Sergio Mattarella, ha subito sfoderato un piglio decisionista interpretando nel modo più discrezionale i suoi poteri previsti dalla Costituzione. Tanto che appare voler essere della partita. Mentre scrivo non posso far a meno di riflettere sullo sfondo del quadro ancora incompleto, quando ancora non si conoscono i termini dell’accordo raggiunto.

Lo Sfondo. L’intelligenza è disaccoppiata dalla coscienza. Questa è la conclusione a cui arriva Yuval Noah Harari nel suo ultimo best seller, Homo Deus, sull’avvento dell’intelligenza artificiale. Entità super intelligenti ma incoscienti (cioè algoritmi) sono in grado di conoscere l’uomo e la sua società molto meglio dei nostri esperti e capire quali siano le scelte più efficaci per il bene dell’umanità. Negli anni 90, quando ancora l’economia non era regolata da algoritmi, io potevo andare in banca e convincere il direttore della filiale che la mia idea di business era molto buona e accendere un mutuo per finanziarla. La decisione era affidata al buon senso del direttore e ad alcune semplici regole come i limiti entro i quali i direttore poteva operare e la mia affidabilità. Oggi non è più possibile perché le valutazioni, a cui il direttore si deve attenere, vengono fatte da una procedura informatica. Negli ultimi 10 anni le procedure hanno preso il posto delle decisioni umane nell’economia, soprattutto in quella finanziaria. Anche gli operatori di borsa si affidano ad esse per le loro scelte. I fondi d’investimento lanciano addirittura una nuvola di operatori virtuali, in grado di auto apprendere e di modificarsi, in una simulazione del mercato azionario. Dopo un certo periodo di tempo gli operatori migliori, fra quelli che sono sopravvissuti alla selezione, vengono lanciati nel mercato reale. Così i più ricchi diventano sempre più ricchi, non per le loro buone idee imprenditoriali in competizione nell’economia del fare, ma perché abili giocatori, aiutati dal computer, scommettono in borsa sulle micro - variazioni del mercato.
Sergio Mattarella
Luci ed ombre. Nonostante parecchi problemi irrisolti, l’economia di mercato ha creato un beneficio tale da raddoppiare l’aspettativa di vita, da provocare, in cinquant’anni, la drastica riduzione della violenza, della fame, delle malattie con il conseguente raddoppio della popolazione mondiale. Così, mentre negli anni 90 l’Intelligenza Artificiale si limitava a vincere a scacchi, nel 2000 ha fatto irruzione nell’economia, alle soglie del terzo decennio del 21° secolo, sembra che sia arrivato il turno della politica, perché la politica ha bisogno di un “aiutino”. Nessun dubbio! Matteo Renzi ha fatto molto bene a mettere tutto il suo peso per impedire un accordo di Governo fra PD e 5 Stelle. L’accordo, caldeggiato dalla sinistra estrema, dalla corrente forcaiola della magistratura, avrebbe fatto prevalere i sostenitori della “gioiosa macchina da guerra” inventata da Achille Ochetto in occasione delle elezioni politiche del 1994. Certo che quelli della "gioiosa macchia da guerra" ne hanno combinati di disastri! Hanno condannato a morte Bettino Craxi, messo le zeppe a Berlusconi con una ignobile persecuzione giudiziaria, imposto al Paese Mario Monti accettando la sua condizione irricevibile di essere, in cambio, senatore a vita, ridotto all'impotenza Matteo Renzi col risultato uscito dalle urne. Speriamo che Salvini e Di Maio arrivino in fondo e che quella macchina infernale venga sepolta!

Non siamo un formicaio. La cosa che da più fastidio dei 5 Stelle è la disumanizzazione della democrazia. Noi, Deputati e Senatori, li chiamiamo onorevoli, cioè persone che hanno ricevuto qualche cosa di analogo a un titolo nobiliare repubblicano per volontà del popolo che chi li ha eletti. Avendolo ricevuto, hanno facoltà di adoperarlo senza vicoli di mandato, con i soli limiti imposti dall’onore (appunto) e dalla legge. In virtù di questo titolo godono dell’immunità rispetto ad un altro dei poteri, quello giudiziario, che i padri costituenti hanno voluto sottoposto alla legge ma libero e svincolato dall’Esecutivo. Le ragioni dell’autonomia della Magistratura e dell’immunità dei parlamentari sono facili da comprendere in una logica di equilibrio dei poteri. Ebbene, loro li chiamano “portavoce”, vogliono il vincolo di mandato e l’abolizione dell’immunità parlamentare residua dopo i limiti imposti con la riforma del 29 ottobre 1993. Portavoce! … Una parola sola che riassume l’avvilente ruolo che i 5 Stelle vorrebbero riservare ai detentori del potere legislativo nell’Italia repubblicana del 2018. Una parola che riecheggia di formicaio, dove la piattaforma Rousseau della Casaleggio Associati è la regina.

L’equilibrio dei poteri. Al contrario i parlamentari dovrebbero maturare il loro orientamento in totale autonomia, avvalendosi delle indicazioni del gruppo di appartenenza. Un po’ come il Presidente della Repubblica, che nomina il Presidente del Consiglio e i Ministri avvalendosi delle indicazioni dei partiti che hanno vinto le elezioni, ma lo fa in totale autonomia rispettando vincoli di equilibrio fra i poteri, le leggi, i trattati internazionali e il suo buon senso. Anche nella promulgazione delle leggi il Presidente della Repubblica recepisce l’approvazione del Parlamento controllando la costituzionalità e la copertura finanziaria. In caso di dubbio la legge viene rispedita indietro alle Camere per un riesame.

Consultando l’algoritmo. Ebbene, lo sfondo del quadro ancora incompleto campeggia ancora sul primo piano dei tre protagonisti, protagonisti che l’artista non potrà lasciare in ombra. Anche perché ce ne sarà un quarto, cioè il futuro Capo del Governo, di cui ancora non conosciamo il nome, destinato a dominare l’intero dipinto. Il primo piano corrisponde al fattore umano, in continua evoluzione, imperfetto, spesso contraddittorio, eppure necessario perché cosciente di se stesso. Una coscienza dotata d’intelligenza erratica, che sforna risultati imperfetti, che vengono corretti attraverso continue prove d’errore. Una coscienza che, di tanto in tanto, consulta l’algoritmo. Analogamente gli eletti consultano il proprio gruppo. Mi viene in mente il Governo di Mario Monti, dove tutto era perfettamente regolato ma che ricorderemo come il peggior Governo del dopoguerra. Quel Governo non consultava l’algoritmo ma gli ubbidiva come una formica operaia ubbidisce alla regina. Il Governo MDS (Mattarella, Di Maio, Salvini) avrà invece la briglia sciolta, si fermerà, cambierà direzione, ritornerà sui suoi passi, andrà avanti forse più lentamente però si porterà dietro il consenso del complesso delle Istituzioni e degli elettori. Se non lo farà, l’opposizione parlamentare diventerà maggioranza e darà vita ad un nuovo Governo. E’ il fattore umano! E’ la democrazia rappresentativa … Bellezza!
 180514 Daniele Leoni