mercoledì 8 marzo 2017

Il futuro di Pomigliano d’Arco

Vogliamo veramente dirci la verità? Entro pochi anni sarà possibile produrre migliaia di automobili al giorno, a basso costo, senza un solo operaio. Tutto robotizzato! Anche la manutenzione degli impianti può essere, in gran parte, automatica. Allora gli operai, i tecnici che cosa faranno? Si occuperanno della manutenzione evolutiva, approfitteranno cioè degli interventi periodici di manutenzione per far evolvere gli impianti verso migliorie e modifiche alle linee esistenti. Perché, se si dovessero lasciare le cose tali e quali, la manutenzione potrebbe essere integrata nei cicli operativi delle macchine.
Una Linea di montaggio a alla FCA di Pomigliano d'Arco
Potrebbe succedere quello che normalmente capita nei grandi filtri meccanici autopulenti, che possono funzionare per anni fino a quando verranno sostituiti per l’usura. Quando però dev’essere sostituito il filtro, c’è una squadra di operai che ne monta uno nuovo. Il più delle volte non si sostituiscono solo i corpi filtranti ma anche altri componenti a causa dell’evoluzione del filtro. Spesso si monta un filtro nuovo. Non esiste più la mansione, molto faticosa e insalubre, della pulizia manuale del filtro come, nell’industria automobilistica, va scomparendo la figura di chi salda e vernicia a mano.
Una linea completamente robotizzata alla Tesla Motors in California
Si salda e si vernicia a mano, invece, quando si studia un prototipo o se si deve progettare la funzionalità di un nuovo braccio meccanico. Qui vorrei aprire una parentesi sulla manualità che è molto importante per progettare, imparare o insegnare una funzione ad una macchina automatica. La manualità è indispensabile anche per controllare l’esattezza di un lavoro eseguito da un robot. Normalmente, durante la prototipazione, lo stesso pezzo viene rifatto innumerevoli volte. Siccome un’automobile è un insieme molto complesso di pezzi assemblati, alcuni difetti si scoprono dopo un certo tempo di funzionamento. Allora si fanno le modifiche: di frequente anche con la sostituzione dei pezzi difettosi, nelle auto già vendute, attraverso la rete dei concessionari. Si, perché nell’industria automobilistica la rete di vendita e di servizio è fondamentale.
Una stazione Supercharger TESLA per auto elettriche
La manualità è necessaria per imparare. E’ necessaria perché imparino i lavoratori ed è necessaria a far imparare le macchine. Con i sistemi computerizzati, una volta che in un ciclo produttivo sono stati eliminati tutti i difetti, teoricamente quel ciclo può andare avanti senza manodopera. Il grosso delle risorse umane viene impegnato nella rete di servizi: concessionari, officine di riparazione, mercato dell’usato e dei pezzi di ricambio rigenerati. Se la Panda, con una linea di produzione ormai consolidata, viene fabbricata fuori dall’Italia, in un paese dove l’innovazione tecnologica è più acerba, per l’occupazione in Italia è solo un bene. A Pomigliano d’Arco ci saranno nuove linee di produzione da attivare, prototipi da fare, nuovi giovani da addestrare, nuovi modelli di auto da lanciare nel mercato. Il ciclo continuerà fino a quando non giungerà a maturazione. Sergio Marchionne ha ragione quando dice che le maestranze di Pomigliano, in prospettiva, possono fare di meglio, mettendo a frutto quello che hanno imparato negli anni precedenti . Potranno esprimere cioè il gusto estetico, la cura e l’abilità artigiana italiane per un’industria dell’automobile che, grazie alle linee robotizzate, farà auto di lusso sempre più personalizzate con una cospicua gamma di opzioni. Poi, come succede nell’alta moda, le soluzione tecniche e il design potranno essere trasferite alle auto di livello medio.
Fiat. Una linea di montaggio di inizio 900
Il vantaggio, per i paesi che riceveranno le linee di produzione già mature, sarà di creare anche loro, col tempo, una scuola tecnologica e una cultura industriale. E avranno il corposo indotto dell’usato, dei pezzi di ricambio rigenerati, delle riparazioni. A causa dei costi bassissimi di produzione delle linee robotizzate, anche l’indotto delle riparazioni tenderà a diminuire: prima da noi, poi nei paesi meno sviluppati. L’obsolescenza programmata sarà conveniente. La rottamazione garantirà il riciclo totale delle materie prime. Nei prossimi decenni i motori a scoppio saranno sostituiti dai motori elettrici assolutamente non inquinanti, alimentati da batterie a ioni di litio, come i video a led hanno sostituito i vecchi tubi catodici dei televisori. Le stesse batterie entreranno nelle nostre case per rendere possibile la ricarica con pannelli fotovoltaici e compensare i picchi di richiesta elettrica rivoluzionando, in questo modo, l’architettura della rete. L’elettronica governerà totalmente l’automobile del futuro. I freni saranno accoppiati a generatori per recuperare fino all’ultimo watt. La guida potrà essere completamente automatica e in auto si potrà guardare un film, leggere il giornale, sbrigare il lavoro d’ufficio. Nessun nervosismo in coda. Gran parte della forza lavoro si trasferirà verso le infrastrutture di trasporto: strade, tunnel, viadotti dovranno essere attrezzati per l’autoguida. Le automobili saranno anche navette per entrare nell’hyperloop pubblico, per percorrere grandi distanze a mille all’ora. Tutto questo senza il minimo inquinamento. A Pomigliano d’Arco ingegneri, tecnici e operai entreranno in questa dimensione. Come in ogni stazione di servizio o centro di controllo del traffico, il pubblico e il privato si incontreranno perché tutti noi ci possiamo spostare fisicamente, incontrare, non solo col computer e lo smartphone. 170308 Daniele Leoni