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Angelino Alfano ed Enrico Letta consigliati da Dario Franceschini |
Mentre i partiti si scannano al loro interno facendo mostra della loro inadeguatezza, Enrico Letta e Angelino Alfano lavorano, a quattro mani, al cantiere della madre di tutte le riforme, quella presidenziale. Non dimenticando i provvedimenti per curare i mali dell’economia, nello sforzo di tenere in vita il nostro Pese ammalato, sanno però che la cura risolutiva è quella istituzionale e, a quella, puntano con decisione. Il capo popolo diversamente maschio e la pasionaria più bella che intelligente tuonano contro lo sfregio alla Costituzione. Un comico prestato alla politica minaccia di occupare la RAI dopo aver minacciato la marcia su Roma.
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Una fantastica vignetta di Giannelli! |
Ma Giorgio Napolitano vuole arare il campo dove germoglieranno le nuove piante, migliorate con l’ingegneria genetica, coltivate con tecniche da fantascienza, che saranno presentate, in anteprima, all’Expo 2015 per “nutrire il pianeta”. Lo vuole fare perché gli hanno rubato gli ultimi anni di vita, che aveva progettato di trascorrere in serenità, perché era ritenuto l’unico capace di domare una mandria impazzita che rischiava, da un momento all’altro, di diventare feroce. Ebbene, siccome deve fare questo sacrificio, almeno vuole passare alla storia. E con lui, farà passare alla storia i suoi due primi ministri: Letta e Alfano.
Questa nostra Italia non rinuncia al laboratorio. Lo ha sempre fatto e continua a farlo anche se, a volte, si fa prendere la mano da nani e ballerine però, come per magia, rinsavisce poco dopo. Allora succede che una legge elettorale che elegge un Parlamento di nominati insedia, in effetti, un’assemblea di disobbedienti, incontrollabili dalla segreterie di partito. Anche se i giornalisti, in maggioranza prezzolati, sono stati ben attenti a non dare spazio alla denuncia di Nino Galloni, secondo cui Romano Prodi sarebbe l’artefice del patto scellerato, con Helmut Kohl e François Mitterrand, che ha svenduto l’industria manifatturiera italiana a Germania e Francia, parecchi neoeletti deputati e senatori del PD non l’hanno dimenticato. Anche se Beppe Grillo, col suo compagno di merende Casaleggio, si arrampica sugli specchi per pilotare gli eletti del Movimento 5 stelle, i grillini non si lasceranno raggirare.
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Giorgio Napolitano assieme a Matteo Renzi |
Anche nel PdL gli apprendisti burattinai che minacciano, ogni momento, di far cadere Letta, rimarranno delusi. Il motivo è che, fra i tanti fattori che ancorano alla roccia le fondamenta del Governo, c’è la consapevolezza di deputati e senatori che difficilmente saranno rieletti: vuoi per lo spropositato premio di maggioranza che ha favorito il PD alla Camera, vuoi per il fenomeno grillino oggettivamente irripetibile, vuoi per la volontà generale tesa a ridurre il numero degli eletti. Al primo voto di fiducia del Governo Letta ci sarà una maggioranza spropositata, sono pronto a scommetterci. Il numero di franchi tiratori che hanno fatto fuori Romano Prodi saranno un pallido precedente. Allora il Governo Letta durerà per pilotare la transizione verso l’elezione diretta del nuovo Capo dello Stato, nei tempi e nei modi previsti dalle leggi che regolano le modifiche alla Costituzione.
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Un rendering del Padiglione Italia dell'Expo 2015 di Milano |
Tempi e modi che ci dovrebbero portare al 2015 dell’Expo di Milano, quando il mondo intero avrà gli occhi puntati sull’Italia, non per la politica interna, ma per l’aspettativa sulle novità presentate dal laboratorio italiano all’esposizione. “Nutrire il pianeta, energia per la vita!” è lo slogan. Un tema scelto per esclusione, dopo quasi mezzo secolo di intrighi per scalzare l’Italia dai suoi primati: quello dell’Eni di Mattei, quello nucleare di Ippolito, quello dell’office automation dell’Olivetti, quello della chimica di Cagliari e Gardini, quello dell’industria alimentare dalla SME alla Parmalat, via via fino ad oggi con la siderurgia e l’industria meccanica nel mirino. L’Expo 2015 e l’elezione diretta del Capo dello Stato saranno una congiunzione astrale che potrà far rinascere il nostro Paese, capace di smentire le previsioni nefaste delle cassandre, dei menagrami e dei mediocri. 130603 Daniele Leoni.
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