domenica 10 giugno 2012

Ho scritto al Governo su farmaci e farmacie.


La mia lettera al Governo
Ho scritto di un piccolo incidente che mi ha mostrato come le nuove regole su farmaci e farmacie provochino inefficienza, sperpero di denaro e, forse, abbiano all'origine una "megacorruzione" 
Farmacie: evitiamo sprechi e disservizi. Ci guadagnano l'utente, i professionisti e lo Stato
Un paio di settimane fa, lavorando in campagna, mi schiacciai un dito. Niente paura: lo disinfettai e gli misi un bel cerotto. Dopo un paio di giorni, esattamente il venerdì sera, il dito, invece di guarire, iniziò a fare male e a gonfiarsi. Non c'era più tempo per il mio dottore allora raggiunsi la farmacia prima che chiudesse. Mostrai il dito alla farmacista e le chiesi un antibiotico (Augmentin in compresse). Me l'aveva ordinato una volta il medico del pronto soccorso a seguito del morso di un animale. Mi ricordo che il mio dentista, oltre dieci anni fa, in un periodo in cui avevo ricorrenti problemi ai denti, per fortuna risolti, mi telefonò di prendere quel farmaco alcuni giorni prima di sottopormi ad un intervento già programmato. Dieci anni fa andai dal farmacista che, conoscendomi, mi diede tranquillamente l'antibiotico.
Ma torniamo al dito e alla mia farmacista che mi conosce bene, che però, questa volta, senza ricetta, non mi poteva dare il farmaco anche se era evidente l'infezione. Sarei dovuto andare al pronto soccorso "perché - mi ha detto - da qualche mese le regole sono cambiate e noi abbiamo le mani legate. Se i vigili ci scoprono, ci fanno chiudere!"
"Senti - le ho risposto - la ricetta te la porto lunedì." Niente da fare.
Allora, lungo la strada verso l'ospedale, mi sono fermato da un medico, che era sulla porta dell'ambulatorio che stava chiudendo. Gli ho chiesto se mi poteva fare la cortesia, a pagamento, della ricetta per il mio antibiotico: Gentilissimo, è tornato indietro e mi ha fatto entrare. Mi ha chiesto chi fosse il mio medico di base,  gli ha telefonato. Poi mi ha fatto la ricetta, quella del SSN. Non ha voluto un soldo.
Tornato in farmacia, un attimo prima della chiusura, ho ritirato il farmaco pagandolo solo due euro invece dei 10 del prezzo pieno.

Ora che il mio dito è perfettamente guarito, cari amici del Governo Italiano, vi chiedo:
·         Perché avete tolto ai farmacisti, che non sono semplici bottegai ma professionisti laureati, la facoltà di vendere, a prezzo pieno, medicinali di uso corrente a fronte della constatazione oggettiva dell’urgenza?
·         Vi siete mai chiesti quanti piccoli grandi problemi hanno risolto le farmacie, grazie a quella discrezionalità che è sempre esistita? E quanto tempo, quanto denaro hanno fatto risparmiare  ai cittadini?
·         Siccome poi, alla fine, il mio farmaco l’ho ottenuto pagando solo il ticket, mentre avrei volentieri pagato il prezzo pieno, vi site mai chiesti quanti soldi in più paga il SSN per queste ricette, assolutamente obbligatorie? Senza contare il sovraffollamento del Pronto Soccorso per problemi che, da sempre, ha risolto il farmacista …
Poi c’è un’altra cosa. Siamo sicuri che dietro questa rigidità nella vendita dei farmaci non ci sia l’industria farmaceutica che, dovendo ora “controllare” solo i medici di base, è in grado di “orientare” meglio il consumo sulle “specialità” invece che sui farmaci equivalenti?
Giulio Andreotti diceva che “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca!” 120610 Daniele Leoni

Nessun commento:

Posta un commento