Beppe Grillo e Dario Fo |
Ho esordito nella mia recensione su Amazon: "Debboo dire subito che non credo nella democrazia diretta, sono filonucleare, penso che la demonizzazione di Silvio Berlusconi sia un tragico errore e considero Bettino Craxi un martire e eroe della Repubblica Italiana."
Però quando Dario Fo ottenne il Premio Nobel fui felice perché l’arte e la genialità fanno quasi sempre incazzare ma rimangono dentro, sconvolgono le strutture del tuo cervello, scavano gallerie per far comunicare regioni lontane e far balenare una logica nuova, prima nascosta. Quanto mi ha fatto incazzare Dario Fo, ma quanto è stato bravo, con quel suo gesticolare e parlare strano, in una lingua che tutti riuscivano capire, anche i cinesi, anche gli arabi Quando i miei amici di destra protestavano per il Nobel, secondo loro immeritato, io li mandavo a quel paese, … ignoranti come capre! Debbo dire che è merito di Dario Fo se mi sono messo a leggere questo libro sgombro da pregiudizi, con tanta curiosità. Ho trovato un Beppe Grillo riflessivo, intelligente, pieno di sana determinazione, solido come una roccia. Ho trovato un Gianroberto Casaleggio fine intellettuale, niente a che fare con quel video su YouTube “Gaia - The future of politics” che, anche per colpa del sottofondo musicale, ricorda una setta di esaltati.
Dico subito quello che, per me, è sbagliato. E’ sbagliata una visione del futuro fatta solo di risparmio energetico e di “piccolo e bello”. Questa visione del futuro condannerebbe l’umanità a rimanere rinchiusa nel guscio di una biosfera già troppo stretta, la condannerebbe al controllo delle nascite e quindi all’invecchiamento mentale e culturale prima che fisico. La condannerebbe all’estinzione in pochi decenni oppure alla regressione. Malthus viene menzionato, assieme a Darwin, a sproposito. Non è vero che Darwin sostenne la prevalenza del più forte. Sostenne invece la prevalenza del più adatto, che è cosa ben diversa. Pensiamo invece al sogno planetario collettivo che, negli anni 60, spinse gli americani alla conquista della luna, con ricadute tecnologiche impensabili su tutte le nostre scienze e tecnologie terrestri. Pensiamo a quale balzo culturale quell’avventura provocò! I cinesi oggi hanno progetti spaziali ambiziosissimi: vogliono sfruttare gli asteroidi con miniere robotizzate, vogliono tornare sulla luna, vogliono fare stazioni spaziali grandi come metropoli. I ragazzi cinesi sognano di andare su Marte. Sognano perché il controllo delle nascite ha già sconvolto il loro equilibrio fra i sessi! Andate a dire ai cinesi di non fare le centrali nucleari, di non fare i ponti chilometrici o le condotte sotterranee per l’irrigazione, grandi come tunnel ferroviari!
Ma quella che è sacrosanta è la determinazione di Beppe Grillo ad utilizzare internet come grimaldello per scardinare tutti i vizi peggiori delle caste che avvelenano l’Italia. Trasparenza a tutti i livelli e fiducia nell’intelligenza dei giovani e anche di quelli che anagraficamente sono vecchi ma sono giovani dentro! Il lavoro deve essere divertente come un gioco, la tecnologia lo permette. L’economia finanziaria deve servire l’economia reale, fatta di beni e di servizi, di industrie, di fattorie, di cultura e di svago. E tutto ciò che si insinua ad avvelenare la vita deve essere estirpato come un tumore, sia esso il gratta e vinci, le slot machine, il videopoker online e le droghe di ogni tipo. Meglio il sesso, dal vivo o virtuale, ovviamente senza papponi! Leggendo bene si capisce che quando si ragiona sulla democrazia diretta si intendono soprattutto regole che impongano la trasparenza, che stimolino il ragionamento collettivo e non le follie di una massa urlante. Forse mi sbaglio ma spero che sia così.
“Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo viene chiamata democrazia. Qui ad Atene facciamo così. …” La chiusura del libro col discorso di Pericle pronunciato nel 461 a.C. è semplicemente geniale e lascia senza fiato! 130303 Daniele Leoni
Mentre - un'onda culturale che attraversa i continenti, in una determinata situazione economica, che porta ad un disorientamento intellettuale, frutto di una politica indistinta e basata prevalentemente sulla superficialità che sull'analisi dei fatti – continuo a trovare piacevoli e condivisibili l’espressione di questi concetti.
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