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Il Segretario del PdL e Vice Premier Angelino Alfano |
Massimo D’Alema dichiara che, in caso di elezioni anticipate, il PD farà slittare le primarie sul segretario per fare quelle sul premier. Si sfrega le mani perché sa che Matteo Renzi sfiderebbe Enrico Letta e i due potrebbero anche elidersi a vicenda. Il vincitore sarebbe comunque pesantemente condizionato dal partito padrone di cui D’Alema rimarrebbe un dominus. Ieri sera Renato Brunetta è stato convincente quando ha rivelato, a Porta a porta, il motivo vero della crisi di Governo. Ha detto che quando Guglielmo Epifani, il due agosto, dieci minuti dopo la sentenza della corte di cassazione, andò in televisione a preannunciare il voto dei senatori del PD per la decadenza di Silvio Berlusconi, ruppe il patto di pacificazione alla base del governo di larghe intese. Il patto voluto da Giorgio Napolitano. Sono deboli le motivazioni sulle tasse e interessano poco agli elettori anche perché, comunque, saranno sempre sostituite da altre imposizioni, tipo le accise sulla benzina, con lo stesso impatto. Sotto sotto Berlusconi si sfregava le mani perché, in caso di elezioni, Renzi avrebbe dovuto rinunciare alla candidatura in favore di un Enrico Letta indebolito. Ben altro sarebbe stato lo scenario di un Governo Letta in piedi ancora a lungo, un Renzi segretario del PD pronto a candidarsi dopo riforme istituzionali, avendo trasformato il PD in quella cosa “cool” tanto simpatica anche al popolo dei moderati. Angelino Alfano sarebbe diventato il beniamino dei lavoratori della cooperativa rossa CMC del cantiere TAV di Chiomonte. Beatrice Lorenzin avrebbe eliminato le inefficienze della voragine sanitaria delle regioni. La riforma della giustizia, gli investimenti nell’industria e forse anche la salvaguardia del patrimonio Fininvest sarebbero stati attuati. Ma Berlusconi e D’Alema ora sono alleati. Uniti per sconfiggere i reciproci giovani, troppo svegli e pericolosi, che stavano edificando i due poli di una democrazia occidentale avanzata.131001 Daniele Leoni
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