sabato 7 maggio 2011

Col coltello fra i denti

Giovedì 30 aprile 2010 scrivevo questa nota. A distanza di oltre un anno confermo ogni parola. Solo un po' deluso da Silvio Berlusconi. Mi auguro però di potermi ricredere qualora Claudio Scajola venisse richiamato alla guida del Pdl. Questo è il video di Claudio Scajola lasciato oggi, 6 maggio 2011, a Youtube. http://www.youtube.com/watch?v=5liuzYJXzZM&feature=player_embedded
Claudio Scajola e Stefania Prestigiacomo
(30 aprile 2010 Daniele Leoni) Dopo la bufera della direzione nazionale e i comportamenti discutibili contro la nascente minoranza interna, subito un faccia a faccia con Vladimir Putin per discutere di strategie, di metano e di nucleare. Non fa in tempo a salutarlo che arriva un violento attacco al Ministro Claudio Scajola, accusato di pagamenti in nero per l'acquisto della sua casa romana, col solito contorno mediatico di ragionamenti da serva. La reazione è immediata. La sintetizza bene Repubblica con un titolo a firma Francesco Bei: "Berlusconi convince Scajola. Difenditi col coltello fra i denti". http://www.repubblica.it/politica/2010/04/30/news/berlusconi_scajola-3717368/
Un bell'articolo. Lascia presagire una difesa vittoriosa con contrattacco e sbugiardamento dei mandanti. Ma i mandanti non sono quelli che ipotizza Repubblica, cioè Fini, Tremonti che avrebbe sguinzagliato la Guardia di Finanza o Bossi, desideroso di sostituire Scajola con un suo uomo. Ebbene no. L'attacco a Scajola ricorda un episodio antico, consumato, nei primi anni 60, contro l'allora Presidente del CNEN Felice Ippolito.
Non si era ancora sopito lo sgomento per la strana morte di Enrico Mattei, precipitato col suo aereo in prossimità di Linate, che venne scatenata una campagna mediatico giudiziaria, la prima della storia repubblicana, contro l'artefice dell'industria nucleare italiana, allora fiorente e invidiata nel mondo. Fu la prima visione del film poi riproposto a ripetizione fino ad oggi. Nell'agosto del 1963 indiscrezioni giornalistiche sollevarono dubbi sulla correttezza dell'operato di Ippolito all'amministrazione del CNEN. Nei mesi seguenti venne avviata una indagine ministeriale. Il 3 marzo 1964 venne arrestato per presunte irregolarità amministrative. Poi il processo farsa, e la condanna a 11 anni di carcere. Dopo avere trascorso due anni in prigione, ricevette la grazia dall'allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, ma per il nucleare italiano il destino era ormai segnato. Gli fu imposto di non occuparsene più. Egli ubbidì. Si dedicò alla divulgazione con Scientific American, diresse le missioni italiane e i laboratori di ricerca in Antartide e fu risarcito con un seggio comunista al parlamento europeo. Felice Ippolito fu vinto da una potenza di fuoco inaudita, dal feroce ricatto della solitudine e dalla minaccia mafiosa alla sua stessa vita. Ma quel breve tratto di strada che egli percorse, negli anni 50, assieme a Enrico Mattei ha lasciato un segno indelebile di speranza e di possibilità.
Coltello fra i denti, consiglia Berlusconi! E non lo dice a un pivellino. Certo perché lui, Claudio Scajola, ha già conosciuto la persecuzione e anche il carcere ancor prima di tangentopoli. Il suo persecutore di allora fu Pircamillo Davigo, che lo fece richiudere, per 70 giorni a San Vittore, nel 1983. Era Sindaco di Imperia e fu accusato di tangenti. Poi fu prosciolto: estraneo ai fatti! Tanto estraneo che venne rieletto Sindaco nel 1990 e ci rimase fino al 95 quando si dedicò a Forza Italia per essere eletto deputato nel 96.
Forza Ministro, perché il terreno perduto va riconquistato, palmo a palmo, col coltello fra i denti. Dobbiamo bruciare le tappe e arrivare subito ai nuovi cantieri delle centrali nucleari. Dobbiamo ricostruire la filiera, i sistemi di controllo, di sicurezza e la scuola. Dobbiamo ricostruire l'indotto dei materiali, dei sistemi di raffreddamento, dell'edilizia a prova di attentato, della gestione e della messa in sicurezza delle scorie. Dobbiamo riattivare la ricerca per la quarta generazione e per la fusione. Dobbiamo finalizzare la ricerca mineraria per lo sfruttamento dei giacimenti di Uranio nel mondo e mettere a disposizione il nostro know how in cambio di materia prima. Dobbiamo ripensare il nostro sistema energetico attivando nuovi impianti di accumulo, combinare la fonte nucleare, con l'idroelettrica e la solare. Perché, fra vent'anni, non vogliamo bruciare più una goccia di petrolio. Perché vogliamo usare il metano per distribuirlo alle famiglie e alle industrie, non per la produzione elettrica! Perché vogliamo usare il denaro per nuovi posti di lavoro e non solo per ammortizzatori sociali.
Poi nel Pdl ci vuole democrazia interna, bisogna essere più equilibrati. Sicuro. Aveva perso dei punti, Berlusconi. Ma la sua reazione all'attacco contro il Ministro allo sviluppo economico glieli ha fatti riguadagnare tutti. Come la difesa di Bertolaso.

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