giovedì 6 settembre 2012

Con lo stile di Enrico Mattei, vorrei partire dalla Sardegna!

Una centralina per misurare l'assorbimento di CO2 nella foresta
Dopo gli ultimi avvenimenti, sono sempre più convinto che la Sardegna, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, potrebbe essere un ottimo laboratorio per uno sviluppo economico possibile dell’Italia dilaniata da contraddizioni. Nell’intervento precedente ho ipotizzato l’innesto di un processo virtuoso dove CarboSulcis e una  centrale termoelettrica a carbone (o combinata), avrebbero generato una nuova filiera, quindi know how da collocare nel mercato italiano e internazionale.  Vorrei ripartire dalla Sardegna con una iniziativa, con lo stile di Enrico Mattei, che realizzi un'eccellenza nell’attività mineraria di risorse povere, sempre più appetibili nel prossimo futuro, per poterla esportare in cambio di partecipazioni.  
Enrico Mattei, artefice della rinascita italiana degli anni 50.
Ho ipotizzato che la miniera del Sulcis subisca un graduale processo di robotizzazione,  per rendere l’estrazione più economia e più salubre ma anche in vista della nascente attività mineraria nello spazio cosmico dove le miniere robotizzate saranno l’unica soluzione per le attività estrattive. Si potrebbe così lavorare su una prospettiva per le generazioni future, in un campo diverso da quello nucleare, dove abbiamo dilapidato il primato che Enrico Fermi e Felice Ippolito conquistarono nel secolo scorso. Questo campo garantirebbe una prospettiva ai giovani di domani.  Ho anche ipotizzato una centrale termoelettrica, vicina alla miniera, per evitare tutti i problemi della movimentazione del carbone, costosa e inquinante. Che la centrale, dotata degli accorgimenti più efficaci per l’abbattimento delle polveri e dell’anidride solforosa dai fumi, scarichi sostanzialmente solo CO2 e vapor d’acqua. Che invece di pensare ad immagazzinare la CO2 nel sottosuolo, si pensi piuttosto al rimboschimento massiccio delle zone incolte della Sardegna, così da riassorbire, per via naturale, la CO2 prodotta, con l’effetto indotto dell’incremento del turismo anche nell’entroterra. Ho ipotizzato anche un rigassificatore per bruciare metano in modo combinato assieme al carbone del Sulcis, ma soprattutto per servire alle strategie nazionali di approvvigionamento del metano quando il prezzo è più basso.
Ora vorrei aggiungere altri due elementi.  Quello dell’industria energivora, con ALCOA   in prima fila, che troverebbe spazio in Sardegna a fronte dell’esubero nella produzione di elettricità. Ma anche quello della realizzazione del sito nazionale per lo stoccaggio delle scorie radioattive, poiché la Sardegna è l’unico territorio italiano assolutamente non sismico. In questo modo la Sardegna compenserebbe gli importanti investimenti che sarebbero a carico della comunità nazionale.
Propongo di dettagliare tutti questi elementi  in un progetto, incluso lo sviluppo di un polo universitario specializzato nei vari comparti di ingegneria mineraria, aerospaziale, informatica, robotica e di gestione ambientale oltre che in ingegneria ed in economia del turismo.
Propongo di sottoporre il progetto a referendum popolare nella regione Sardegna.
Sono pronto a scommettere sulla condivisione pressoché generalizzata di un tale progetto da parte della popolazione, incluso lo stoccaggio delle scorie radioattive. Sono pronto a scommettere che, questa volta e in questo caso, non passerà la disinformazione. 120906 Daniele Leoni

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http://danleoni.blogspot.it/2012/09/e-se-facessimo-un-laboratorio-sulcis.html

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