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Una centralina per misurare l'assorbimento di CO2 nella foresta |
Dopo gli ultimi avvenimenti, sono sempre più convinto che
la Sardegna, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, potrebbe essere un
ottimo laboratorio per uno sviluppo economico possibile dell’Italia dilaniata
da contraddizioni. Nell’intervento precedente ho ipotizzato l’innesto
di un processo virtuoso dove CarboSulcis e una
centrale termoelettrica a carbone (o combinata), avrebbero generato una
nuova filiera, quindi know how da collocare nel mercato italiano e
internazionale.
Vorrei ripartire dalla
Sardegna con una iniziativa, con lo stile di Enrico Mattei, che realizzi un'eccellenza
nell’attività mineraria di risorse povere, sempre più appetibili nel prossimo
futuro, per poterla esportare in cambio di partecipazioni.
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Enrico Mattei, artefice della rinascita italiana degli anni 50. |
Ho ipotizzato che la miniera del Sulcis subisca
un graduale processo di robotizzazione,
per rendere l’estrazione più economia e più
salubre ma anche in vista della nascente attività mineraria nello spazio
cosmico dove le miniere robotizzate saranno l’unica soluzione per le attività
estrattive. Si potrebbe così lavorare su una prospettiva per le generazioni
future, in un campo diverso da quello nucleare, dove abbiamo dilapidato il primato
che Enrico Fermi e Felice Ippolito conquistarono nel secolo scorso. Questo campo garantirebbe una prospettiva ai
giovani di domani.
Ho anche ipotizzato
una centrale termoelettrica, vicina alla miniera, per evitare tutti i problemi
della movimentazione del carbone, costosa e inquinante. Che la centrale, dotata
degli accorgimenti più efficaci per l’abbattimento delle polveri e
dell’anidride solforosa dai fumi, scarichi sostanzialmente solo CO2 e vapor d’acqua. Che
invece di pensare ad immagazzinare la CO2 nel sottosuolo, si pensi piuttosto al
rimboschimento massiccio delle zone incolte della Sardegna, così da riassorbire,
per via naturale, la CO2 prodotta, con l’effetto indotto dell’incremento del
turismo anche nell’entroterra. Ho ipotizzato anche un rigassificatore per bruciare
metano in modo combinato assieme al carbone del Sulcis, ma soprattutto per
servire alle strategie nazionali di approvvigionamento del metano quando il
prezzo è più basso.
Ora vorrei aggiungere altri due elementi. Quello dell’industria energivora, con
ALCOA in prima fila, che troverebbe
spazio in Sardegna a fronte dell’esubero nella produzione di elettricità. Ma
anche quello della realizzazione del sito nazionale per lo stoccaggio delle
scorie radioattive, poiché la Sardegna è l’unico territorio italiano
assolutamente non sismico. In questo modo la Sardegna compenserebbe gli
importanti investimenti che sarebbero a carico della comunità nazionale.
Propongo di dettagliare tutti questi elementi in un progetto, incluso lo sviluppo di un polo
universitario specializzato nei vari
comparti di ingegneria mineraria, aerospaziale, informatica, robotica e
di gestione ambientale oltre che in ingegneria ed in economia del turismo.
Propongo di sottoporre il progetto a referendum popolare nella
regione Sardegna.
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