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Susanna Camusso Segretario della CGIL |
L’atteggiamento flemmatico di Mario Monti può anche non piacere.
Io, se do retta all’istinto, preferisco Silvio Berlusconi. Però quando Berlusconi si lascia andare ad affermazioni piene di veleno verso i comunisti, senza considerare il contesto storico nel quale il comunismo nacque e le nobili aspirazioni popolari che lo motivarono, allora diventa detestabile. Certo, il comunismo è stato un fallimento, ha fatto innumerevoli vittime e ha commesso tante atrocità. Il più grave errore del comunismo è stata la negazione del libero mercato, la pretesa cioè che una pianificazione centralizzata potesse risolvere tutti i problemi dell’economia. Quando i dirigenti comunisti sovietici si accorsero che le loro teorie non funzionavano, lasciavano cioè aperte delle voragini entro cui dilagavano l’anarchia e la corruzione, allora ripiegarono sulla repressione e sull’imposizione, aggravando così i problemi. I propositi erano buoni, gli effetti invece furono catastrofici. Un classico, come diceva Oscar Wilde: “Le cose peggiori sono sempre state fatte con le migliori intenzioni “.
Avevo 19 anni quando lessi “I limiti dello sviluppo”, il famoso rapporto del MIT al Club di Roma sui dilemmi dell’umanità. Poi lessi tanti altri libri sullo stesso argomento. Un esempio che mi colpì, raccolto da quelle letture, fu quello relativo ai quartieri popolari dove gli abitanti sono meno stimolati alla loro emancipazione rispetto a coloro che vivono in quartieri dove risiedono anche ceti più agiati. Di conseguenza i quartieri popolari tendono a scivolare verso il degrado. I quartieri misti avanzano invece verso livelli migliori di vita e anche i ceti poveri che vi abitano hanno parecchie possibilità di migliorare le loro condizioni. Quindi le case popolari, in quartieri finalizzati esclusivamente all’edilizia popolare, furono un errore madornale degli urbanisti di quel periodo come l’esperienza successiva dimostrò abbondantemente. L’esempio della case popolari è analogo a quello, che riguarda lo statuto dei diritti dei lavoratori, che Mario Monti ha fatto intervenendo in videoconferenza all'Università Roma Tre: "Alcune disposizioni dello Statuto dei lavoratori - ha detto Monti - pur ispirate all'intento nobile di difendere i lavoratori, hanno contribuito a determinare una insufficiente creazione di posti di lavoro".
Le reazioni scomposte di Susanna Camusso alle riflessioni di Mario Monti mi ricordano agli anatemi di Berlusconi contro “i comunisti” anche se ispirati da motivazioni opposte.
Il fatto è che il nostro tempo richiede ragionamento, riflessione, ponderatezza, equilibrio. E’ un problema di cultura, che non significa non sbagliarsi mai, ma rendersi conto e correggere i propri errori. Berlusconi, passando la mano a Mario Monti ha dimostrato di avere questa cultura. Susanna Camusso invece assomiglia ai comunisti sovietici che, perseverando nei loro errori, hanno decretato la loro fine. 120914 Daniele Leoni
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