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Roberto Calderoli e Antonio Di Pietro. (Mauro Scrobogna / LaPresse) |
Giorgio Napolitano ci rammenta che Mario Monti, essendo stato nominato senatore a vita, non è più candidabile alle elezioni perché la nostra è una democrazia parlamentare e le elezioni politiche eleggono il Parlamento. Certo che la nomina di un senatore a vita a Primo Ministro è stata una forzatura come una forzatura è stata la nomina a senatore a vita, se posta da Monti come condizione ad accettare l’incarico di Primo Ministro.
Però la storia ci insegna che quando si verificano situazioni analoghe a quelle italiane, cioè una contrapposizione insanabile fra le aree politiche, i parlamentari eletti, i poteri dello stato, allora è tempo di dittatura. Benito Mussolini fu scelto dal Re, nel 1922, per arginare il disordine dell’età giolittiana. Il suo discorso di insediamento fu agghiacciante: “… Potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto …” Il Re assentì e gli stessi Giolitti e Facta, predecessori di Mussolini, votarono a favore.
Mario Monti non è Benito Mussolini e Giorgio Napolitano non è Re Vittorio Emanuele III. La possibilità che in Italia si creino le condizioni per una forte democrazia matura, occidentale, sono più che una speranza. Vogliamo una maggioranza e un’opposizione che si alternino alla guida del Paese secondo cicli naturali. Vogliamo una maggioranza e un’opposizione che sappiano condividere la riforma costituzionale: per snellire e razionalizzare le assemblee elettive; per dare adeguati poteri all’Esecutivo con limiti temporali categorici nel mandato; per eliminare le sovrapposizioni fra i poteri dello Stato.
Se questo avverrà allora potremo perdonare Napolitano per la forzatura e scusare Monti per la condizione posta. Potremo anche perdonare gli squilibrati che hanno portato le istituzioni vicino al collasso, ripartire con nuova lena e tirare un sospiro di sollievo.121122 Daniele Leoni
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